Quando si vive lontani da casa prima o poi si viene colpiti dai dardi affilati della nostalgia.
E se quella per i parenti e gli amici si può in qualche modo mitigare con e-mail e chiaccherate su Skype e quella per i panorami tramite le foto dei posti cari, la malinconia per i profumi e i sapori della propria terra resta latente, soprattutto nel caso sia impossibile riprodurli all'estero per la mancanza di ingredienti essenziali.
Da quando sono arrivata qui, in cima alla lista delle cose che vorrei mangiare c'è il pesto, il mio pesto, quello fatto con quel basilico meraviglioso che ti porta via il naso, quello che mia nonna ancora fa nel mortaio con tutti i crismi, quella squisita salsa dove l'aroma del basilico è esaltato dal sapore deciso del pecorino sardo, a cui si uniscono la delicatezza dei pinoli, la fragranza dell'aglio, il profumo avvolgente del parmigiano.
Il pecorino sardo ovviamente qui non si trova, ma pazienza, sarei stata disposta a preparare una salsa eretica utilizzando un qualunque formaggio di pecora stagionato.
Purtroppo c'è poco da fare: il basilico qui non c'è. Si trova secco, ma come si fa a fare il pesto col basilico secco? Stendiamo poi un velo sui "preparati" che si trovano al supermercato con questo nome: chi è ligure sa perfettamente che in questi barattolini c'è qualunque cosa fuorchè gli ingredienti giusti, e il sapore non ha niente a che vedere con quello del pesto vero.
Ho anche pensato di portarmi una bustina di semi per far crescere il basilico in vaso, ma purtroppo leggi internazionali vietano di portare semi da un continente all'altro, per evitare il diffondersi di malattie vegetali e per tutelare la flora dei vari luoghi. Quindi insomma, niente basilico e niente pesto.
Un paio di mesi dopo il mio arrivo qui, un giorno mi è capitato di dover comprare il pranzo al supermercato. Mi sono avvicinata al banco della zona forno, occhieggiando tra le varie brioche e le orrende imitazioni di pizza, indecisa su cosa fosse più commestibile.
Ad un tratto mi è caduto l'occhio su una specie di focaccia rotonda, dove tra piccole isole di formaggio fuso appariva qualcosa di verde.
"Pizza al pesto" mi diceva la mia testa, ma sapevo che non era possibile. Ho comprato la focaccia e le ho dato un morso. Non era la mia amata salsa, ovviamente, ma un mix di erbe davvero aromatico e gustoso, che oltre a saziare la mia fame ha acceso la mia curiosità.
Ho avuto modo anche in seguito di mangiare più volte pizza e focacce preparate con questa miscela di erbe aromatiche, ed infine ne ho scoperto il nome: si chiama za'atar ( in Arabo: زعتر ) ma si trova scritto anche in altri modi (zatr, satar, zather, sather e così via).
Sebbene questo sia il nome comune di una particolare pianta (Thymbra spicata) con questo termine viene anche indicato un mix di erbe aromatiche che cresce selvatico sulle colline libanesi e siriane.
La composizione della miscela varia da paese a paese e addirittura da famiglia a famiglia, ma comprende generalmente piante della famiglia delle Lamiaceae, tra cui timo, origano, santoreggia, issopo e maggiorana.
Qui si trova comunemente mescolato a sumac e a semi di sesamo tostati, e le focacce insaporite con questa miscela vengono considerate un toccasana per le loro proprietà benefiche e stimolanti.
Al supermercato se ne trovano diversi tipi, e non sono ancora riuscita a stabilire quale sia il mio preferito.
Una cosa però è certa: la scoperta di questo delizioso mix ha attenuato almeno in parte la mia nostalgia per il basilico di casa.
La composizione della miscela varia da paese a paese e addirittura da famiglia a famiglia, ma comprende generalmente piante della famiglia delle Lamiaceae, tra cui timo, origano, santoreggia, issopo e maggiorana.
Qui si trova comunemente mescolato a sumac e a semi di sesamo tostati, e le focacce insaporite con questa miscela vengono considerate un toccasana per le loro proprietà benefiche e stimolanti.
Al supermercato se ne trovano diversi tipi, e non sono ancora riuscita a stabilire quale sia il mio preferito.
Una cosa però è certa: la scoperta di questo delizioso mix ha attenuato almeno in parte la mia nostalgia per il basilico di casa.