sabato 21 novembre 2015

I miei ravioli di inizio estate

Quando ero bambina, alla fine di Novembre respiravo già l'atmosfera natalizia. Le strade si riempivano di luci intermittenti, in televisione cominciavano ad esserci pubblicità a tema e sugli scaffali dei supermercati apparivano i primi panettoni. 
Ho sempre amato questo momento dell'anno, il freddo che inizia a farsi pungente, i maglioni pesanti, le passeggiate sotto l'ombrello, le castagne da raccogliere nei boschi umidi, il colore delle foglie a terra, le domeniche pomeriggio passate accanto al termosifone, sorseggiando una bevanda calda. 

Questi sono anche i giorni in cui i miei nonni iniziavano a fare i ravioli per il pranzo di Natale. Montagne di ravioli, che venivano poi congelati e cotti la mattina di Natale per essere quindi conditi co u tuccu.
Quando ho visto che il tema della sfida erano proprio questi ravioli, che il nonno mi ha insegnato a fare quando ero bambina, il mio cuore ha fatto un salto: la ricetta di nonno, propongo la ricetta di nonno. Poi ho capito che non sarebbe stata una buona idea.

Avete mai provato a cucinare il vostro piatto preferito all'estero? non ha il sapore che ricordate ed è una delusione. Alcuni ingredienti non si trovano e vanno sostituiti, altri, anche se all'apparenza sono i medesimi, hanno comunque un gusto diverso. Nel mio caso, tanto per dirne un paio, avrei dovuto sostituire le erbette del ripieno con gli spinaci congelati - un'eresia - e avrei dovuto eliminare completamente quella manciata di porcini secchi che la nonna mette nel sugo, perchè qui i porcini non esistono.
Ma non era tutto qui. Ravioli col tocco e cappon magro sono il pranzo di Natale. 
E il Natale, quest'anno, per la prima volta nella mia vita non lo passerò seduta al tavolo da pranzo della nonna, ma a migliaia di chilometri di distanza, nel Paesino nel Bush qui in Western Australia, dove vivo. 
Un Natale estivo, con la gente in maniche corte che fa grigliate sulle spiagge. 
Ci sono alcuni riti che sono sacri e non si possono modificare. Sono i riti della memoria, quelli del cuore, quelli che si ripetono uguali anno dopo anno e hanno un posto speciale dentro di noi.
Non posso fare i ravioli col tocco qui, in questo inizio di estate australiana, e non c'è altro da aggiungere.

E allora? e allora bisogna fare qualcosa di diverso. Qualcosa che sia in sintonia col posto e la stagione. Così ho frugato nella dispensa e negli scaffali del supermercato e sono tornata a casa con un bottino improvvisato sul momento, ma che è servito magnificamente allo scopo.

Ravioli di patate e pecorino con ragù bianco di agnello
Ingredienti per la pasta
5 cucchiai di farina ( proponimento: devo comprare una bilancia)
un uovo
un pizzico di sale
5 patate royal blue
4 cucchiai di Farmhouse Gold di Nannup
un mazzetto di erba cipollina
sale e pepe

Per il ragù
400 g di agnello macinato
una costa di sedano
una piccola cipolla
una manciata di timo
un bicchiere di vino bianco 
3 mestoli di brodo vegetale

Per la pasta, non  avevo dubbi: ricetta tradizionale emiliana, 100 g di farina e un uovo. I miei 100 g sono sempre approssimati a cucchiai, ma pazienza. Le uova me le porta fresche una mia collega: qui tutti hanno i chooks, le galline. Quanto alla farina, vivo al confine della Wheatbelt, la regione del Western Australia dove i campi di cereali si estendono a perdita d'occhio: la farina è di produzione locale e di ottima qualità. 
Al supermercato ho trovato poi le royal blue potatoes, patate a pasta gialla con la buccia rossa e il sapore intenso.
Le ho abbinate al Farmhouse Gold, un pecorino stagionato prodotto artigianalmente  in una fattoria di Nannup, a circa 200 km da dove vivo io, e a tutti gli effetti l'unico caseificio della zona che lavora latte di pecora: un po' distante, ma il formaggio vale davvero la pena del viaggio ( la rima non è volontaria).
Girovagando nella sezione macelleria del supermercato ho poi trovato l'agnello, e perchè non fare un ragù di agnello?
Detto fatto, appena tornata a casa ho preso sedano e cipolla e ho messo su il soffritto. 


La mia dotazione di pentole è molto scarsa, quindi ho usato una padella antiaderente. Le mie foto, come al solito, sono orrende.
Ho poi aggiunto l'agnello, sfumato col vino, aggiunto il timo e lasciato cuocere a fuoco bassissimo per circa un'ora e mezza.


Nel frattempo ho messo a bollire le patate.

na volta cotte ho aggiunto sale e pepe e l'erba cipollina tagliata a pezzettini ( mi piace sentirne il sapore). Ho quindi grattugiato il pecorino e l'ho incorporato alle patate, lavorando fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Ho impastato uovo e farina e tirato la sfoglia secondo gli insegnamenti del nonno.




Ho cotto la pasta in acqua bollente per circa 10 minuti, quindi l'ho scolata e l'ho condita col ragù.
Con questa ricetta partecipo all'MTC di Novembre.