martedì 7 agosto 2012

Ramadan Kareem

Ramadan Kareem è la frase che capita di leggere e sentire ovunque, in questi giorni. La trovi scritta sui manifesti, sulle vetrine dei negozi, persino sugli scontrini. La senti dire alla gente per strada, la auguri tu stesso ai tuoi amici musulmani, e la radio la ripete ossessivamente.
E' l'augurio di passare un buon Ramadan, o più esattamente "che il Ramadan sia generoso con te".  
Siamo nel mezzo del mese sacro per i Musulmani, e parenti ed amici mi chiedono preoccupati e perplessi come sia vivere in un paese islamico in questo periodo.
Non è nulla di tremendo, ve lo posso assicurare. La legge del paese vieta a chiunque di bere o mangiare in pubblico durante le ore diurne, pena multe salatissime, ma basta usare un briciolo di intelligenza per sopravvivere senza problemi.
Innervosirsi per la costrizione a seguire i dettami religiosi è assolutamente inutile e controproducente. Questa è una di quelle cose che occorre solo accettare e capire. 
Anche perchè, una volta lasciati i pregiudizi, si può fare l'esperienza di una festa davvero particolare e molto sentita, come lo è in Occidente il Natale.
Ricordo i commenti dei nostri amici ancora prima che il Ramadan iniziasse:
- Mancano pochi giorni, non vedo l'ora! - ci dicevano con emozione e gli occhi che scintillavano.
Poi le strade si sono riempite di luminarie a forma di mezzaluna, di stella e di lanterna, i centri commerciali hanno iniziato a fare offerte speciali ( "Compri oggi, paghi a Ramadan 2013!") e facendo una ricarica al cellulare ho ricevuto un "bonus-Ramadan" pari a metà della cifra che ho speso. 
Quanto al digiuno, i Musulmani lo vivono con gioia, perchè tramite quello si avvicinano alla divinità. 
Lo so, non è facile capire. Qui c'è una spiritualità fortissima che ti pervade, e ti fa quanto meno considerare con il massimo rispetto questa festa.
Il momento più bello è alla sera, poco prima dell'Iftar, il pasto serale che rompe il digiuno.
Qualche giorno fa io e mio marito eravamo in un centro commerciale poco prima delle 19, e siamo passati in mezzo alla zona dei ristoranti. Ci siamo fermati a guardare, affascinati.
I tavoli erano tutti pieni, ma i piatti, non essendo ancora l'ora, erano tutti vuoti. 
Gli avventori erano tutti in silenzio, concentrati, aspettando di poter ringraziare Allah per la giornata di digiuno e per il cibo che stavano per assaporare.
Poi, all'improvviso, nei corridoi sì è diffuso il canto del muezzin della vicina moschea. 
Il cibo ha cominciato ad arrivare sui tavoli, gli avventori hanno ricominciato a parlare, e il digiuno giornaliero è stato rotto, con gioia. 
Siamo rimasti a guardarli per un minuto o due, poi ci siamo seduti anche noi e abbiamo mangiato con loro, in un'atmosfera simile a quella del pranzo di Natale.

1 commento:

  1. che bello leggere questi post. grazie per aver condiviso con noi un'esperienza così bella. stimo molto il tuo modo di avvicinarti alla cultura araba così diversa dalla nostra, vivendola come un'opportunità di crescità e non come una costrizione. devi essere davvero una bella persona.
    a presto
    Sara

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