lunedì 30 gennaio 2017

Appunti di una giornata al mare

Sveglia alle sei, partenza alle sette, destinazione la costa sud-ovest, l'Oceano Indiano, Dunsborough, Yallingup, Margaret River. Una giornata leggera fatta di sole, di mare, di quel velo di sale che ti copre la pelle dopo il bagno.
E' estate, qui in Western Australia. 


Arriviamo a Dunsborough dopo poco più di tre ore di viaggio e ci dirigiamo subito a Meelup Beach, dentro l'omonimo parco naturale. L'acqua è fredda al primo tocco, gelida e trasparente, e piccoli pesci mi nuotano tra i piedi. Sulla spiaggia, castelli di sabbia, tavole da surf e risate di bambini.


Le spiagge mi mettono sempre a disagio, non amo mostrare il mio corpo. Oltretutto, c'è sempre la faccenda del colore. Anche se sono castana con gli occhi scuri, la mia pelle, specialmente quella non esposta al sole, è bianco-latte. Quando dico "latte", intendo proprio così. Nel mio personale album delle "Figure di Emme" c'è un episodio che rende l'idea.
Avevo circa quindici anni e un giorno d'estate stavo camminando per una strada con un vestitino corto e ad un certo momento mi sono fermata a guardare una vetrina.
Dall'altra parte della via (piccola e pedonale) c'era un bar con dei tavolini fuori e due ragazzi seduti ad un tavolino, li potevo vedere riflessi nel vetro. Non ci avevo nemmeno fatto caso, finchè non hanno iniziato a parlare.
Di me.

- Guarda quella - dice uno dei due, indicandomi -  ha i collant bianchi anche se siamo in estate!
Doccia gelata. Doccia gelata nella schiena.
Poi l'altro replica: No, non ha i collant!! è il colore delle sue gambe!
I due mi guardano con espressione sgomenta. 

Ecco. Non ricordo cosa ho fatto, probabilmente sono scappata. Da quel giorno basta vestitini corti, il mio guardaroba si è riempito di gonne e vestiti rigorosamente alla caviglia.

Qui in Australia, terra di gente bionda con gli occhi azzurri, il colore della mia pelle non fa più impressione. Ho girato per Dunsborough, Yallingup e Margaret River con dei pantaloncini corti e nessuno ha fatto facce strane o commenti inappropriati. Non che me ne importi granchè, ormai l'adolescenza è finita, ma fa piacere vedere che riesco a confondermi con la folla.

Dopo il bagno riprendiamo la macchina e andiamo a Yallingup.
Qui, in una minuscola casetta azzurra, alcuni ragazzi tedeschi hanno aperto uno dei miei locali preferiti, la Yallingup Gugelhupf Bakery, che sforna per l'appunto gugelhupf e altre delizie teutoniche. Oggi compriamo la versione salata del famoso dolce, con noci, pancetta e paprika. Il cartellino appeso alla torta recita:
Gugelhupf - the loyal companion throughout European history.
The realms are gone, the King of Cakes remains.


Poi si torna al mare. Yallingup e poi Margaret River.
La spiaggia è coperta di pezzetti di conchiglie scintillanti.


Accanto a noi, tre ragazzi sui vent'anni finiscono il bagno, tornano al loro asciugamano e dopo aver frugato nello zaino si riavvicinano all'acqua. Li guardo: hanno in mano dei sassi piatti, li fanno saltare tra le onde, ad ogni rimbalzo un sorriso.
Me li immagino mentre li raccolgono, come Amélie, con il preciso scopo di portarli al mare oggi, la gioia anticipata di vederli saltare.

Intanto il sole inizia a calare, domani si lavora, occorre far scoppiare questa bolla di relax, riprendere la macchina e riavviarci verso casa.
Come risaliamo la scaletta, diretti al parcheggio, notiamo un cartello preoccupante: comunque fortunatamente si tratta di pesci!



Prima di ripartire decidiamo di concludere la giornata da Southern Crust, la pizzeria più buona della zona, dove un ragazzo italiano sforna pizze secondo la ricetta di sua nonna. Credetemi, merita, e non vengo pagata per promuovere il suo minuscolo locale!
Questa sera mi coccolo con una pizza al prosciutto, porcini e olio al tartufo. Squisita, come sempre.
Infine è ora di andare, ci rimettiamo in macchina e intorno alle nove di sera siamo di nuovo a casa.
La leggerezza della giornata di oggi è rimasta sospesa nell'aria come una bolla di sapone profumata di sale.