giovedì 16 agosto 2012

Non voglio un nuovo aspirapolvere

La mia casa è piena di spifferi. Le finestre sono state montate con i piedi, e si vede benissimo la fessura tra il metallo e l'infisso. 
Questo vuol dire che ogni volta che soffia un filo di vento la sabbia entra, e si deposita ovunque. 
Qualche giorno fa, passando l'aspirapolvere sotto la finestra della cucina per togliere lo strato che si deposita durante la notte, ho sentito il mio fidato elettrodomestico fare un rumorino strano, del tipo il-sacchetto-è-pieno-per-favore-cambialo.

Due giorni fa siamo andati in città, e mentre mio marito era al lavoro io sono andata in uno dei centri commerciali più grandi, per comprare i sacchetti.
Entro, mi dirigo verso un enorme negozio di elettronica, vado nel settore elettrodomestici e mi guardo intorno. Niente. Individuo un commesso, e gli chiedo se vendono i sacchetti per il mio aspirapolvere. 
Lui mi guarda perplesso.
- Ma no signora, i sacchetti non servono!
Gli faccio notare che a me servono eccome. 
- Beh, noi non li vendiamo... ma se vuole può comprare un nuovo aspirapolvere, guardi, questo modello ha un sacchetto omaggio!

Esco dal negozio, ed entro nell'enorme ipermercato che vende un po' di tutto. Vado nel settore elettrodomestici, individuo un commesso e gli pongo la solita domanda.
Lui mi guarda perplesso.
- No, mi spiace. Non abbiamo prodotti di quella marca. Però se vuole qui ci sono un sacco di altri aspirapolveri. Perchè non ne compra uno?

Raggiungo in taxi un secondo centro commerciale, grande e lussuoso. Entro nell'enorme negozio di elettrodomestici al secondo piano, e cerco un commesso, rivolgendogli la solita richiesta.
- Come, sacchetti? io non ho mai sentito che i sacchetti vadano cambiati. E' sicura di doverlo fare?
Lo rassicuro su questo punto.
- Ah, capisco... purtroppo non posso aiutarla. Potrebbe però comprare un nuovo aspirapolvere.

Entro nell'ennesimo negozio. Individuo il commesso, che mi spedisce nella zona di assistenza clienti.
L'impiegato di turno mi guarda, sorride, e chiede come può aiutarmi. Gli espongo il mio problema.
- Eh, in effetti qui i sacchetti non si trovano facilmente.. dovrebbe chiamare direttamente la casa produttrice e farseli spedire.. oppure guardi, ora che ci penso può andare al primo piano, da "Hero". Lì ci sono senz'altro.

Prendo le scale mobili, scendo al primo piano, ed inizio a scarpinare per i corridoi. Il centro commerciale è grande, ma dopo mezz'ora il primo piano non ha più segreti, per me.
Purtroppo non solo non ho trovato "Hero", ma non ho incontrato nemmeno nessun negozio che potesse vendere quello che sto cercando. 
Mi dirigo verso il punto informazioni, e scopro che in tutto il centro commerciale non c'è nessuna attività commerciale con quel nome, e l'unico posto dove potrebbero avere qualcosa è il punto vendita dove sono già stata.

A quel punto era tardi, e sono dovuta andare via, cercando di allontanare la sensazione di essere stata presa in giro.
Chiamerò la ditta produttrice, e chiederò se possono spedirmi i sacchetti.
Ovviamente non sarà facile, visto che l'elenco telefonico qui non esiste e le poste sono un macello. Cercherò su internet, ma ho già il presentimento che il sito sarà in Arabo...

mercoledì 8 agosto 2012

L'ultima tappa della caccia al tesoro


Finalmente una tappa a cui riesco a partecipare! 
Purtroppo non seguo blog di viaggi, di fotografia o di poesia, quindi me ne sono rimasta in un angolino aspettando l'occasione giusta.
Questa è arrivata con l'ultima tappa della caccia al tesoro di Mammafelice, ovvero la presentazione di un blog straniero.
In Inglese ne seguo parecchi e la scelta è stata davvero ardua, ma dopo averci pensato un po' ho deciso di parlarvi di Working London Mummy.
La creatrice del blog ha una vita piena e impegnatissima, come lo è quella di tutte le mamme che lavorano.
Questo però non le impedisce di pubblicare favolose ricette, anche in collaborazione col marito, ex-cuoco.
Una delle mie preferite è quella dei ravioli al cioccolato, ma i suoi post sono ricchi di spunti, consigli ed idee che mi permettono di realizzare piatti davvero particolari.
Insomma, un blog tutto da leggere. E da assaporare.

martedì 7 agosto 2012

Ramadan Kareem

Ramadan Kareem è la frase che capita di leggere e sentire ovunque, in questi giorni. La trovi scritta sui manifesti, sulle vetrine dei negozi, persino sugli scontrini. La senti dire alla gente per strada, la auguri tu stesso ai tuoi amici musulmani, e la radio la ripete ossessivamente.
E' l'augurio di passare un buon Ramadan, o più esattamente "che il Ramadan sia generoso con te".  
Siamo nel mezzo del mese sacro per i Musulmani, e parenti ed amici mi chiedono preoccupati e perplessi come sia vivere in un paese islamico in questo periodo.
Non è nulla di tremendo, ve lo posso assicurare. La legge del paese vieta a chiunque di bere o mangiare in pubblico durante le ore diurne, pena multe salatissime, ma basta usare un briciolo di intelligenza per sopravvivere senza problemi.
Innervosirsi per la costrizione a seguire i dettami religiosi è assolutamente inutile e controproducente. Questa è una di quelle cose che occorre solo accettare e capire. 
Anche perchè, una volta lasciati i pregiudizi, si può fare l'esperienza di una festa davvero particolare e molto sentita, come lo è in Occidente il Natale.
Ricordo i commenti dei nostri amici ancora prima che il Ramadan iniziasse:
- Mancano pochi giorni, non vedo l'ora! - ci dicevano con emozione e gli occhi che scintillavano.
Poi le strade si sono riempite di luminarie a forma di mezzaluna, di stella e di lanterna, i centri commerciali hanno iniziato a fare offerte speciali ( "Compri oggi, paghi a Ramadan 2013!") e facendo una ricarica al cellulare ho ricevuto un "bonus-Ramadan" pari a metà della cifra che ho speso. 
Quanto al digiuno, i Musulmani lo vivono con gioia, perchè tramite quello si avvicinano alla divinità. 
Lo so, non è facile capire. Qui c'è una spiritualità fortissima che ti pervade, e ti fa quanto meno considerare con il massimo rispetto questa festa.
Il momento più bello è alla sera, poco prima dell'Iftar, il pasto serale che rompe il digiuno.
Qualche giorno fa io e mio marito eravamo in un centro commerciale poco prima delle 19, e siamo passati in mezzo alla zona dei ristoranti. Ci siamo fermati a guardare, affascinati.
I tavoli erano tutti pieni, ma i piatti, non essendo ancora l'ora, erano tutti vuoti. 
Gli avventori erano tutti in silenzio, concentrati, aspettando di poter ringraziare Allah per la giornata di digiuno e per il cibo che stavano per assaporare.
Poi, all'improvviso, nei corridoi sì è diffuso il canto del muezzin della vicina moschea. 
Il cibo ha cominciato ad arrivare sui tavoli, gli avventori hanno ricominciato a parlare, e il digiuno giornaliero è stato rotto, con gioia. 
Siamo rimasti a guardarli per un minuto o due, poi ci siamo seduti anche noi e abbiamo mangiato con loro, in un'atmosfera simile a quella del pranzo di Natale.