martedì 24 febbraio 2015

Living in the bush

Dopo aver passato un mese in un B&B in un sobborgo di Perth, circa quindici giorni fa mio marito ed io ci siamo trasferiti nel bush.

La casa-cisterna
Il nostro primo approccio con la vita nella campagna australiana l'abbiamo avuto nella casa-cisterna, un alloggio temporaneo dove siamo andati in attesa che la nostra casa fosse pronta. Si trattava di una gigantesca cisterna per l'acqua di circa 5-6 metri di diametro, riadattata e trasformata in un piccolo appartamento, con tanto di televisione, angolo cottura, bagno e lavatrice.
Il tutto si trovava all'interno di una fattoria distante 32 km dal paese più vicino (di cui gli ultimi sette sterrati) "proprio dietro il capanno per la tosatura delle pecore" come ci ha scritto la padrona nella mail con le istruzioni per raggiungere l'alloggio. Si trattava in realtà di un posto meraviglioso, in mezzo ad un paesaggio fatto di sterminati campi di grano ( appena mietuto) inframezzati da boschetti di eucalipti, pecore in quantità e nugoli di pappagalli coloratissimi che sfrecciavano da un albero all'altro.

La casa-cisterna è stata anche un ottimo assaggio di cosa sia la vita nel bush. Abbiamo scoperto che aprire la porta di casa di sera, con la luce accesa all'interno della stanza, significa far entrare circa duecento micro-zanzare , alcune vespe, mosche e un numero indefinito di altri insetti.

I pericoli del bush
Abbiamo scoperto quanto possa fare paura l'odore di fumo nel bush.



Abbiamo scoperto come i vestiti, da queste parti, non possano essere nulla di anche solo vagamente ricercato. I cani da pastore della proprietaria della fattoria venivano regolarmente a farci le feste, riempiendo i nostri abiti di fango, fieno e chissà che altro. Dopo aver lavato per due giorni di seguito i jeans carini comprati da Motivi, ho iniziato a mettere il paio di pantaloni più sformato e rotto che possedevo, risolvendo il problema.
Pantaloni molto casual, una maglia senza pretese, scarpe solide e chiuse e un cappello di paglia in testa.

Toothie
La cosa più importante che abbiamo imparato però, forse è stata il modo di rapportarci con la pericolosa fauna australiana. La casa-cisterna, infatti, oltre a tutte le altre bestie che entravano sporadicamente, ospitava "stabilmente" anche una incredibile quantità di ragni di tutti i tipi, colori e dimensioni, che avevano costruito la loro ragnatela in giro per la stanza.
Uno in particolare, nero, piuttosto grosso, risiedeva stabilmente sulla porzione di soffitto sovrastante la porta l'ingresso, e ogni volta che entravamo o uscivamo dovevamo passargli esattamente sotto.
A me i ragni non fanno nessuna impressione e anzi, ho sempre avuto l'abitudine di dargli un nome e di considerarli come coinquilini.
Quello sopra alla porta l'abbiamo chiamato Toothie e ogni tanto abbiamo scherzato sul fatto che potesse essere un redback, il famigerato ragno australiano dal veleno mortale. Tutto questo finchè, un giorno, non abbiamo visto la schiena di Toothie, che aveva effettivamente la macchia rossa caratteristica della specie.
Forse una persona sana di mente l'avrebbe ammazzato, magari spruzzandoci sopra un veleno o cercando di spiaccicarlo con una scarpa. Noi però abbiamo pensato che fosse pericoloso (mio marito) e che gli avevamo già dato un nome, poverino, mica potevamo ammazzarlo così (io).
Alla fine Toothie è rimasto con noi, si è fatto gli affari propri e non ci ha disturbato minimamente. Quando poi abbiamo lasciato la casa-cisterna e siamo venuti a vivere in quella che ora è la nostra casa, nel Paesino nel Bush, non ci aspettavamo di trovare altri ospiti, soprattutto perchè porte e finestre hanno una fittissima zanzariera e la casa era appena stata pulita.
In effetti non abbiamo trovato un parente di Toothie, in casa, bensì due, e chissà quanti altri ce ne sono.
Qui è così. Basta fare un po' di attenzione e in ogni caso, come dicono con nonchalance gli Australiani, c'è sempre l'antidoto.
Abbiamo imparato a controllare sempre vestiti e scarpe prima di infilarli e ad indossare le ciabatte quando andiamo in bagno di notte, al buio.

La balla perfetta
Da queste parti, il business è costituito da pecore e coltivazioni di cereali. Non c'è altro, non scherzo.
I canali televisivi locali hanno pubblicità tipo:
- Il tuo trattore si è rotto e non sai come fare? vieni al nostro centro riparazione trattori!
- Il prossimo venerdì, venite alla fiera dei tori, non potete mancare!
-  Smith&co, la ditta che tosa le tue pecore!
fino ad arrivare alla mia preferita, dove un tizio entusiasta mostra quanto siano solide e ben fatte le balle di fieno fatte col macchinario di una certa marca.

Creme solari, temperature e sistemi di riscaldamento
Un'altra cosa fondamentale, da queste parti, è la crema solare ad alta protezione, perchè non è una leggenda che il buco nell'ozono sia sopra l'Australia. Personalmente, dopo essere riuscita a scottarmi per sei giorni di seguito, al mattino ho iniziato ad usare la crema solare al posto di quella idratante, e da allora tutto è andato bene.
La crema solare è indispensabile da circa le 11 del mattino alle sei del pomeriggio, quando si alza il vento. Non parlo di una brezza leggera, ma di un vento forte e continuo, in grado di strappare i panni dal filo del bucato e depositarli qui e là. Il vento arriva regolare, tutti i pomeriggi, e con lui la temperatura inizia a scendere.
Una cosa che ci aveva colpito, mentre stavamo cercando casa, era stato che da queste parti il riscaldamento centralizzato sembra non esistere. Vanno di moda le stufe a legna, oppure i condizionatori che funzionano anche per riscaldare, come quello che abbiamo in casa... purtroppo solo in salotto.
- Forse non fa tanto freddo, d'inverno - ci siamo detti.
Ora non è inverno, siamo alla fine dell'estate, ma ieri notte mi sono svegliata perchè stavo tremando. Pigiama, coperta e trapunta imbottita e stavo congelando. Mi sono dovuta preparare la borsa dell'acqua calda per riuscire ad addormentarmi di nuovo.
Il gelo dura fino alle 11 del mattino, momento in cui ci si toglie il maglione e si mette la crema solare. Non oso pensare come sarà in inverno. Ci sta pensando anche mio marito, che oggi mi ha detto:
- Tra un paio di settimane qui nei dintorni c'è una fiera della lana. Potremmo andarci, magari troviamo una buona coperta!
Non so se a quella fiera troveremo coperte. In ogni caso spero ci siano almeno dei gomitoli, con i quali la coperta verrà prontamente realizzata da me. In caso di forte freddo poi, possiamo sempre avventurarci fino a Perth, per vedere se, almeno nella grande città, riuscissimo a trovare qualcosa di  progredito e tecnologicamente avanzato come una stufetta elettrica...

mercoledì 4 febbraio 2015

Fatti sparsi su questa parte del mondo

Siamo quasi al termine della quarta settimana in Australia.
Le novità, dall'ultima volta che ho scritto, sono che abbiamo trovato casa nel paesino nel bush e abbiamo comprato una macchina.
Ancora un paio di giorni e lasceremo finalmente questo B&B dove siamo adesso, in un sobborgo di Perth, per trasferirci nel paesino nel bush. Non vedo l'ora. 
Non è perchè qui non c'è privacy e le camere non hanno nemmeno la chiave. Non è perchè c'è un solo bagno per 6-8 persone. Non è perchè ogni volta che cucino una focaccia gli altri inquilini se la mangiano senza chiedere il permesso. Non è nemmeno per il topo morto nella stanza della lavatrice (beh, questo forse un pochino sì) o per le ricorrenti invasioni di formiche e altri insetti.
Questo quartiere è un po' anonimo ma carino, i gestori del B&B sono simpatici e hanno apprezzato la cena italiana che ho cucinato per loro (nutro sempre simpatia, per chi apprezza il mio cibo).

Il punto è, che io voglio andare nel paesino e iniziare la nostra vita lì. A me, le città, se devo dirla tutta, non piacciono granchè (Genova fa eccezione, ma solo perchè ci sono nata). Perth è carina, diciamolo. Tra le capitali australiane che ho visitato è quella che mi piace maggiormente. E' ordinata, pulita, piena di verde e ha una baia bellissima. 
Io però mi sono innamorata del paesino appena l'ho visto, anzi, anche prima, passando sulla strada che attraversa i campi, ombreggiati da boschetti di eucalipti. E' un paesaggio rurale, tranquillo, per me è stupendo.
Quanto al paesino, sembra di essere nel Far West.  C'è anche il saloon :-)

- Ma com'è l'Australia? - mi chiedono tutti.
Fermo restando che ovviamente ha i suoi lati negativi, come tutti i posti, l'Australia è bellissima, straordinaria, stupenda e mi ha completamente conquistata.
Detto questo, ovviamente non posso esaurire quello che c'è da dire su questo posto in un solo articolo, quindi vi racconto qualche fatto sparso.

Welcome to my country
La prima cosa che mi ha colpito, parlando con la gente, è l'accoglienza. Un esempio:

Noi: Buongiorno, vorremmo due sim card per il cellulare. Siamo appena immigrati in Australia, e...
Commessa (con un grande sorriso): Siete nuovi migranti? oh, ma è meraviglioso! benvenuti in Australia!

Del resto, l'inno nazionale australiano afferma che "per quelli che sono venuti attraverso i mari abbiamo illimitate pianure da condividere".

Il bagno, questo sconosciuto
Si fa fatica a crederci, ma al di fuori dei centri commerciali è difficile trovare, a Perth centro, locali e ristoranti provvisti di bagno, o almeno, questa è la nostra esperienza.
Vedi un posto carino, ti accomodi al tavolo, ordini il tuo pranzo e chiedi alla cameriera dove puoi andare a lavarti le mani. La risposta di solito è qualcosa tipo: "C'è un piccolo centro commerciale a soli due isolati da qui, sulla destra. Al secondo piano c'è un bagno. Qui nel locale purtroppo non l'abbiamo".

I trasporti pubblici
Da queste parti avere una macchina non è utile, è fondamentale.
I trasporti pubblici a Perth funzionano benissimo, sono numerosi, rapidi ed efficienti, ma costano uno sproposito. Per dire, per andare col treno metropolitano da questo sobborgo fino in centro (4 fermate, undici minuti) spendo quasi tre euro. Più altri tre per tornare qui. E parliamo di pochi chilometri.
Non oso pensare quanto spenda al mese qualcuno che vive in una zona, lavora dalla parte opposta della città e si muove con i mezzi pubblici.
Allontanandosi dall'area metropolitana la situazione è ancora peggiore, perchè i mezzi pubblici diventano rarissimi o scompaiono proprio.

OMG, where is it?
Non so se qui a Perth la gente abbia problemi con la geografia o se sia stato solo un caso, ma la maggior parte delle persone che abbiamo incontrato qui ha difficoltà a capire che qualcuno possa vivere fuori dalle grandi città.
Quando siamo andati a comprare i mobili per la nuova casa, ci siamo ovviamente informati sulla possibilità di una consegna a domicilio. Quando la commessa ha sentito il nome del paesino ha subito dato per scontato che fosse un quartiere a lei sconosciuto di Perth.
Poi le abbiamo detto che si trova nel bush e lei ha inarcato al massimo le sopracciglia e ha sbottato un: "E dov'è?" con aria sconvolta, chiedendo poi a mio marito di scriverle il nome del paese su pezzo di carta, perchè lei non ne era in grado.

Natura matrigna
Prima di trasferirci qui mio marito ed io abbiamo guardato innumerevoli documentari sui pericoli dell'Australia, abbiamo letto libri e in generale abbiamo cercato di approfondire il più possibile la nostra conoscenza su questo continente.
Mentre l'aereo poggiava le ruote sulla pista ho guardato fuori dal finestrino il placido paesaggio e mi sono chiesta se davvero tutte quelle storie andavano prese sul serio.
La risposta è sì, assolutamente, e non parlo solo dei redback nel giardino di questo B&B o al resto della pericolosa fauna australiana.
Le splendide spiagge dove siamo stati recentemente hanno delle correnti pazzesche, tanto che, con l'acqua al ginocchio si fa fatica a stare in piedi e nuotare al largo è impensabile.
I temporali durano ore e si sfogano in piogge di fulmini che ultimamente hanno acceso parecchi incendi nel bush. La cittadina di Northcliffe, attorniata da un muro di fiamme alto fino a 20 metri, è stata dichiarata "indifendibile" (QUI un articolo a riguardo).
Gli incendi, nel bush, per quanto inquietanti, sono un fenomeno normale e frequente e dovremo abituarci all'idea.