mercoledì 22 luglio 2015

Era una notte di tuoni e lampi

Erano le otto di sera di qualche settimana fa e stavo andando al lavoro per fare il turno di notte. 
Era una tipica serata di questo mio primo inverno australiano. Un Italiano associa sempre il mese di Giugno col caldo, e invece no, qui è inverno e fa freddissimo.
Quella sera il cielo tutt'intorno al paese era pieno di lampi e la pioggia veniva giù a catinelle.

Sono salita su Torcina, la mia macchina, parcheggiata davanti a casa, giusto prima di inzupparmi fino alle ossa, ho messo in moto  e come di consuetudine ho iniziato a cantare, per farmi compagnia e far passare più velocemente i 55 chilometri che mi separano dal luogo dove lavoro.
Devo dire che mi piace guidare, e soprattutto mi piace farlo su questa strada, che di giorno è circondata da verdissimi campi di grano che si estendono a perdita d'occhio, boschetti di eucalipti e pascoli.
Di notte la strada è nera come la pece. Non c'è un lampione, una casa, nulla. L'unica eccezione, a metà strada, è un caravan park con annesso ristorante. Oltre a quello non c'è nessun'altra presenza umana. La strada è abbastanza trafficata durante il giorno, ma di notte diventa un deserto, si guida per 55 chilometri senza mai abbassare gli abbaglianti.
Di notte ci sono solo le mie canzoni a rompere il silenzio, e le stelle che mi scintillano sulla testa.
Di solito guido e canto persa nei miei pensieri e quando arrivo a destinazione quasi non mi rendo conto della strada percorsa. Quella notte però non è andata così.

- Oh Lady Lady Oscar, le gran dame a corte ti invidiano perchè, oh Lady Lady Osc....
-VRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR
- Torcina? TORCINA? cosa stai combinando? Cos'è questo rumore?
-VRRRRRRRR.....TOC
- Torcina?
- ......
- Torcina!!!!!

E' una notte buia e tempestosa e la tua macchina, dopo aver emesso uno strano rumore da falciatrice inceppata, si è spenta e non riesci più a metterla in moto. Ovviamente sei in mezzo al nulla. Per prima cosa guardi il cellulare, ma ovviamente non c'è campo.
Ciao. Benvenuta nel bush australiano.

Ok. Sangue freddo. Rilassati. Come no. Sono le 20.30, e tra mezz'ora e trenta chilometri dovrei essere al lavoro. E invece sono qui. Cosa faccio adesso? Non passa nessuna macchina a cui poter chiedere aiuto.
Aspetta, poco fa ho passato il caravan park. Riuscirò a raggiungerlo a piedi? Dicono che se si ha un problema nel bush non bisogna mai lasciare la macchina. Ma cosa faccio qui, tutta la notte? provo a raggiungere il caravan park. Ora non piove. E i fulmini? chissà quanto è lontano il temporale. Non per niente, la strada che dovrei fare a piedi è bordata da alberi altissimi...
Ecco un lampo. Uno, due tre, quattro, cinque, sei, sette.. ecco il tuono. Sette secondi. Sarà abbastanza lontano? Sono pazza a pensare di raggiungere il caravan park a piedi? Forse sì. Ma lo sapevo già. Coraggio. Andiamo.

Spengo i fari e precipito nel buio. Chiudete gli occhi. Ecco, così. Il buio della strada è così.
Cammino più rapida che posso. Il caravan park non può distare più di un chilometro. Cammino senza sapere dove metto i piedi, beccando ovviamente tutte le pozzanghere della strada. L'unico rumore è quello dei miei passi e dei tuoni in lontananza. Cammino in mezzo alla strada (o almeno credo) il più lontano possibile dagli alberi.

Dopo un tempo che mi sembra infinito arrivo finalmente ad una piccola costruzione da cui filtra una luce. Il ristorante del caravan park. Ma la porta è chiusa. Il locale è vuoto, chiude alle 20. Provo a bussare, nella speranza che ci sia ancora qualcuno, magari il titolare che lava i pavimenti. Busso più volte, ma non c'è nessuno.
Allora entro nel caravan park. Delle voci. Qualcuno sta parlando davanti ad una roulotte. Seguo le voci, e infine arrivo ad una tenda dove un gruppo di uomini avviluppati in pesanti giacconi sta fumando e bevendo.

- Ehm, scusate........SCUSATE!!!
Ci metto un po' per farmi notare. Forse la ragione è nelle bottiglie di vodka mezze vuote che sono sul tavolo.
Alla fine mi vedono. Chiedo se nel caravan park c'è un telefono pubblico, ma loro non ne hanno idea. Spiego che ho avuto un guasto alla macchina e che devo fare una telefonata.
Uno di loro mi porge un cellulare. Peccato che non ci sia campo. Intanto iniziano a mettermi a fuoco.
- Un guasto alla macchina hai detto, eh?
- Sei di qui?
- Sei sola?

Infine uno di loro si alza, e solo in quel momento mi accorgo che è una donna, l'unica della compagnia. Con parole malferme mi dice che mi accompagnerà dai gestori.
Fa fatica a reggersi in piedi.
- Scusami, devo essere un po' ubriaca - mi dice. Giusto un filino.
Barcollando mi accompagna su per una scala, e infine bussa ad una porta.

- Salve, la mia macchina si è guastata proprio qui vicino. Avete per caso un telefono fisso? dovrei fare una telefonata.
I gestori ringraziano la signora che mi ha accompagnata, mi fanno entrare ed usare il telefono fisso. Chiamo mio marito e il posto di lavoro, spiegando il problema. La mia collega mi dice di stare tranquilla. Sono cose che succedono.
Intanto fuori è arrivato il temporale. Piove a catinelle e i lampi illuminano la strada a giorno. Sono ormai le 21.15.
Mentre aspetto che arrivi mio marito chiacchiero un po' con i gestori. E' una coppia di mezza età proveniente da Perth, che ha rilevato il caravan park da sole sei settimane. Mi chiedono da dove vengo, gli racconto che sono Italiana e che vivo in Australia da Gennaio.
- Ah, italiana! Conosci Valentino Rossi? - mi chiedono.

Chiacchieriamo. Mi offrono tè e biscotti, e intanto mi chiedono di descrivergli il problema che ho avuto con Torcina.
- Dev'essere una cinghia del motore allentata- diagnostica il gestore, che ha lavorato per qualche tempo come meccanico - dì a tuo marito di tornare qui, dopo che ti ha accompagnata al lavoro, così andiamo a vedere la tua macchina.
Per la cronaca, la diagnosi era azzeccata.

Infine mio marito arriva, mi accompagna al lavoro, e la brutta avventura notturna si conclude.
Non posso fare a meno di pensare di essere stata molto fortunata: in 55 km, la macchina si è guastata proprio vicino all'unico posto dove avrei potuto ricevere aiuto.
Ora nella mia lista di cose da fare si sono aggiunte l'acquisto di una torcia potente da tenere in macchina e magari un piccolo corso di pronto intervento meccanico. Tipo come si fa a cambiare una ruota, aggiungere acqua al radiatore, cose così.
Piccolezze, che però qui possono fare la differenza. Specie se il prossimo guasto dovesse essere tipo a trenta chilometri da ogni possibile soccorso.
E questo è solo il bush. Se un giorno dovessimo trasferirci nell'outback, dove la natura è davvero selvaggia, l'acquisto di un telefono satellitare potrebbe essere indispensabile.