lunedì 19 marzo 2012

Babbo Natale e' un idraulico


Succede che hai il lavandino tappato da due mesi e mezzo, ma non ci fai piu’ caso. Ormai ti sei abituata a quell’ammasso di acqua lattiginosa, quasi non la vedi nemmeno piu’, quando entri in bagno.
Succede che si’, ovviamente l’hai cercato un idraulico. Ma non essendoci elenchi del telefono, pagine gialle o siti internet sull’argomento semplicemente non se riuscita a trovarlo. Allora hai iniziato a chiedere a tutti.
Scusa, per caso sai dove posso trovare un idraulico? No. Ma se lo scoprissi ti faro’ sapere.
Ah, ottimo. Il tempo passa. Passano i giorni, le settimane, i mesi. Ormai cominci a considerare piu’ probabile l’esistenza di Babbo Natale piuttosto che quella del fantomatico signore che dovrebbe risolvere i problemi idrici del tuo appartamento.
Succede anche che un pomeriggio tuo marito riceva una telefonata da un collega. Ti serve ancora un idraulico? No, perche’ forse ne ho trovato uno. Forse. Se Dio vuole. Inshallah, come dicono qui quando non vogliono dare qualcosa per sicuro.
Meraviglioso. Quando viene? Tra pochi minuti.
Scatta l’operazione sistemiamo-la-casa-prima-che-arrivi-l’idraulico-per-evitare-di-fare-brutte-figure-lasciando-tutto-in-giro.
Cinque minuti dopo e’ tutto a posto, e vi sedete sul divano, in fiduciosa attesa. Cinque minuti. Un quarto d’ora. Mezz’ora. Un’ora. Un’ora e mezza. Ma non doveva essere qui in pochi minuti?
Il tempo passa, e’ ora di cena. Ormai non verra’ piu’. Ti siedi, osservi i piatti colmi di cibo fumante, mentre le bocca ti si riempie di acquolina per l’appetito, pregustando il pasto. Addenti il primo boccone, e suonano alla porta. Che tempismo.
Lui arriva. Gli esponi i problemi, il lavandino tappato in un bagno, il tubo rotto nell’altro. Lui ti guarda. Dove sono gli attrezzi?
Perche’ lui non li ha. Qui funziona cosi’, lui viene a casa tua e tu gli dai gli attrezzi. Del resto, che diamine, CHI non possiede normalmente in casa un tagliatubi, seghetti, tubi di varie dimensioni pronti all’uso e un set di chiavi a brugola? Tu, che sai tutto di idraulica, sono la prima cosa che sei andata a comprare quando hai arredato la casa, soprattutto i tubi.
Ok. Tuo marito e l’idraulico escono per andare a comprare quello che serve. Mezz’ora dopo sono a casa.
Meditate di mangiare. Cosa puo’ succedere, in fin dei conti? L’uomo dei lavandini e’ di la’ che lavora tranquillo, non dovrebbe esserci alcun probl...SPLASH!!!
Il suono improvviso di una cascata vi fa accorrere verso il bagno. Normalmente il suono dell’acqua mi rilassa. Ma non quando lo sento in casa mia.
Il pavimento e’ pieno d’acqua. Ce ne saranno almeno due dita. Qua e la’ galleggiano decine e decine di scaglie di sapone, capelli, i maledetti fili del tappeto che finiscono ovunque e chissa’ che altro.
Io, che non so nulla di idraulica, se devo svitare un tubo a monte del quale c’e’ un lavandino tappato e colmo, un secchio sotto ce lo metterei, metti caso che si svuoti..
Lui, che e’ un idraulico, non ci ha pensato.
Mentre contempli il tappeto del corridoio, zuppo, lui ti annuncia che li’ ha finito, ora va a sistemare il tubo nell’altro bagno. Ah, e questo sarebbe “finito”? Magnifico.
Mentre l’idraulico va a fare danni anche nell’altro bagno, voi entrate dove c’e’ il lago, per rendervi conto di cosa e’ successo, e per calcolare quanto tempo servira’ per asciugare e lavare tutto.
Ah, che delizia. Appena aprite la porta l’odore di acido muriatico solletica le vostre narici. Cosi’ tanto che sentite l’esigenza di uscire. Quindi, che cos’e’ quella roba che allaga il pavimento? Solo acqua melmosa o anche del simpatico a sano acido? Vi date un’occhiata in giro. Il gabinetto, che fino a venti minuti fa aveva delle incrostazioni tremende di calcare, ora splende in tutto il suo candore.
Ma se io ho un problema al lavandino, perche’ quest’uomo mi ha buttato dell’acido nel water?
E non solo: il secchio della carta igienica puzza in un modo indescrivibile ( si’, quello dove butti la carta igienica usata, perche’ il sistema fognario qui non la tollera.. ma ormai a quello ti sei abituata).
Tiriamo l’acqua, buttiamo via il secchio. Dopo poco lui annuncia che ha finito anche nell’altro bagno. Vai a vedere: il tubo l’ha cambiato, non c’e’ che dire. Ha fatto un lago anche qui, e vabbe’, visti i precendenti me lo aspettavo. Ma qualcuno mi spiega perche’ ha buttato l’acido muriatico pure qui? Qui non c’era nulla da sgorgare.
La prossima volta invece dell’idraulico chiamo Babbo Natale. Sono sicura che arrivera’ prima, e se la cavera’ meglio.

domenica 11 marzo 2012

He's dead, Jim!

Piccolo momento di sfogo informatico.
Qualche anno fa ho iniziato ad usare Linux. Non perche’ non mi trovassi bene con Windows XP, ma semplicemente per curiosita’. Beh, e’ stato un colpo di fulmine, mi sono innamorata perdutamente del mio nuovo sistema operativo. Piu’ rapido, nessun bisogno di ingombranti antivirus, e soprattutto gratis. GRATIS. Lo metto in evidenza perche’ Windows l’avevo pagato 700 euro, e non so voi, ma io i soldi non li trovo sotto ai cavoli.
E non finisce qui: sono gratis anche tutti quei programmi che vengono normalmente utilizzati, come il software per il masterizzatore o quello per comprimere/decomprimere files.
Qualcuno mi ha detto che anche Linux ha dei programmi a pagamento, ma non mi ci sono mai imbattuta. Quindi: gratis, niente virus, rapido. In poche parole perfetto, per me che il computer lo uso solo per scrivere, andare su Internet e pasticciare con la grafica.
Col passare degli anni sono diventata una linuxiana convinta. Convinta piu’ che altro del fatto che la maggior parte di quelli che usano Windows lo fanno solo perche’ non conoscono Linux.
Gli anni passano, e ora sono nella mia casa nel deserto, ad usare un computer che non e’ il mio. Non ha i tasti per le vocali accentate ( e questa e’ la ragione per cui abuso di apostrofi...) ma quel che e’ peggio e’ che ha Windows. Non solo: ha Windows Vista.
Ecco, parliamone. Con Linux, quando volevo andare su Internet dovevo:
- Collegare la spina e accendere il computer.
- Attendere circa 20 secondi perche’ si caricassero le icone, quindi cliccare su quella di Chrome.
Finito. Tempo necessario: 35 – 40 secondi.
Con Windows Vista:
- Attaccare la spina e accendere il computer.
- Attendere circa 3 minuti perche’ si carichino le icone sul desktop, quindi cliccare quella di Chrome.
- Chiudere la finestra per l’accesso a MSN Messenger, che si e’aperta da sola.
- Cliccare di nuovo l’icona di Chrome.
- Aspettare.
- Con pazienza.
- Chiudere la finestra di accesso aSkype, che si e’ aperta da sola.
- Aspettare ancora.
- Chiudere la finestra che mi chiede se voglio aggiornare Java adesso.
- Cliccare di nuovo l’icona di Chrome, che finalmente si apre.
- Ah, no. Si e’ bloccato. Chiudere la finestra “Page unresponsive”.
- Aspettare ancora.
- Nuovo blocco, nuova finestra da chiudere.
- Yay, finalmente sono on line.
Tempo necessario: 5-6 minuti quando va bene. 8-9 quando va male.
Io odio questo sistema operativo. Fortemente. Specialmente quando, dopo aver eseguito tutta l’operazione ed essere finalmente riuscita ad accedere alla mia casella di posta, il computer si blocca. Morto. A nulla vale premere qualunque tasto/combinazione di tasti.
Dopo un paio di minuti appare una schermata blu, con la simpatica frase: “He’s dead, Jim!”.
Ecco appunto.
Ma perche’ la gente paga per usare quest’affare? Ridatemi indietro Linux.

mercoledì 7 marzo 2012

Assurdamente

Qualche giorno fa, al supermercato dove andiamo una volta alla settimana, passando davanti al banco degli alimenti freschi ho visto la carne macinata. Noi non mangiamo quasi mai carne, perche’ quella che vedo qui nel banco frigo di solito non mi ispira, ma quel giorno l’ho comprata, con l’obiettivo di fare le lasagne al ragu’.
Detto fatto, il giorno dopo mi sono messa di buon’ora a preparare il sugo. Soffritto, carne, vino rosso per sfumare, pomodoro, avevo tutti gli ingredienti. Mentre quello cuoceva, riempiendo la cucina di un profumo “di casa”, mi sono messa ad impastare le uova e la farina.
Diciamoci la verita’: ho fatto la pasta a mano innumerevoli volte, e lo stesso il ragu’, ma non avevo mai fatto le lasagne. Al momento di riempire la teglia mi rendo conto che ho forse abbondato un po’ con le dosi, e invece di una teglia ne sono uscite due.
Pazienza, mi dico, la congelo.
Inaspettatamente vengo pero’ invitata da una ragazza che abita sul mio stesso piano a partecipare ad una lezione di yoga che si sarebbe svolta quel pomeriggio, e mio marito mi suggerisce di portare in dono la teglia di lasagne, “cosi’ ti fai subito delle amiche”. Va bene, andiamo.
Siamo in tutto cinque ragazze, compresa l’istruttrice, che e’ venuta a domicilio. Iniziamo. Io sono l’unica a non aver mai fatto yoga, ma pazienza, c’e’ sempre una prima volta.
Ci rilassiamo, eseguiamo vari esercizi, guidate dalla voce dell’insegnante.
“Ecco, ora l’energia negativa sta uscendo da voi... la sentite? La sentite vero?” Beh, sinceramente? No. Cos’e’ esattamente “l’energia negativa”? come si misura?
Pazienza, mi dico. Forse lo dice per aumentare la nostra concentrazione..
La lezione prosegue. La maestra continua a parlare di energie e sensazioni varie che noi dovremmo provare e percepire. Verso la fine ci fa stendere a terra, e la lezione di yoga lentamente si trasforma, a mio parere, in un tentativo di ipnosi.
“Ecco, ora siete perfettamente tranquille”. E va bene, ci sta.
“La vostra vita e’ felice e rilassata, i vostri problemi sono scomparsi”. Beh, oddio, magari bastasse una lezione di yoga per far sparire i problemi.. li elimini tu gli scarafaggi dal mio appartamento?
“Ora state perdonando i vostri nemici, il mondo e’ in armonia con voi”. Questo mi sembra un pochino troppo. I miei nemici? Quali nemici? E’ perche’ li devo perdonare? Cosa c’entra con lo yoga?
La lezione finisce. Ora si mangia. Forse le mie lasagne, fatte con amore e portate in dono? Certo che no. L’insegnante tira fuori dalla borsa delle verdure, ed inizia a preparare dei frullati. Quando ne ha finito uno lo assaggia. L’espressione incerta iniziale si trasforma in un’estasi paradisiaca. Zucchine e mandorle tritate insieme possono farti vedere la Madonna, a quanto pare.
I frullati si mangiano con accompagnamento di verdure crude. Come il cavolfiore, che notoriamente si mangia crudo.
Mentre mangiamo lei ci racconta di essere vegana al 100%, e quando possibile mangia solo roba cruda.
Le tre ragazze che sono con me annuiscono. Una ammette di essere vegana. Anche un’altra. L’insegnante racconta di aver lasciato il fidanzato perche’ mangiava bistecche. L’orrore si dipinge sul volto delle mie compagne al pensiero di una simile esecrabile creatura.
Bistecche. Cosa ci tocca sentire. Sono ancora legali?
Mentre le ascolto in silenzio, gia’ da un bel po’ i miei pensieri sono fermi sulle mie lasagne, sole solette sul tavolo della cucina, piene di carne e formaggio. Mi giro verso la padrona di casa, l’unica che non ha ancora espresso il suo parere, e le chiedo con gentilezza se pensa di mangiare la mia pirofila di pasta.
Lei mi guarda, e’ combattuta. Infine ammette che pur essendo sicura che siano ottime, anche lei e’ vegana, e non se la sente di mangiarle..
Morale della storia, le lasagne che dovevano servire a farmi delle amiche me le sono riportate a casa.
Quanto e’ assurdo che io abbia portato una teglia di lasagne col ragu’ in dono in una casa vegana?
Ah, sia chiaro: non ho niente contro i vegani. Quello che mi infastidisce e’ il fondamentalismo, e ancora di piu’ la mancanza di rispetto: prima di dimostrare orrore per i carnivori almeno bisognerebbe accertarsi che non ce ne sia una seduta al tuo tavolo...