giovedì 28 novembre 2013

Happy Thanksgiving, parte prima

Happy Thanksgiving!
Inizio a scrivere questo post mentre il tacchino cuoce tranquillo in forno, e la casa è permeata da un aroma di burro, sedano e castagne. Il ripieno avanzato è in una teglia in frigo che aspetta di essere gratinato, e tra poco inizierò a preparare la green bean casserole e a lessare le patate per le mashed potatoes.

Ieri ho passato la mattinata a fare i biscotti al cioccolato bianco e mirtilli rossi da regalare ai miei ospiti.



La "cosa" che si intravede dietro è un tentativo di creare una decorazione per la tavola. Si tratta di una ghirlanda di foglie d'acero di carta, ricavate da vecchie buste e da pagine di riviste con colori adatti. 
Detta così sembra una cosa favolosa, ma il risultato non è stato particolarmente entusiasmante, tanto che stasera non so nemmeno se tenerla in salotto od occultarla da qualche parte.



Questa mattina (oggi qui è festa, quindi niente sveglia alle 5) siamo stati svegliati alle 7 da un sms proveniente da una delle due coppie che avremmo dovuto avere a cena stasera. Causa (gravi) problemi di salute purtroppo non potranno essere con noi per la cena del Ringraziamento. Sigh.
A più tardi...

venerdì 22 novembre 2013

Aspettando il tacchino

E' passato un anno dal mio primo incontro col tacchino, e tra pochi giorni la bestia sarà nuovamente nel mio forno per celebrare degnamente il Thanksgiving.
Quest'anno saremo (fortunatamente) solo in sei, e una delle ospiti si è anche proposta per cucinare la pumpkin pie, in modo da non lasciare tutto il lavoro sulle mie spalle. Io preparerò la green bean casserole, le mashed potatoes e ovviamente il tacchino, il protagonista della festa. 
L'anno scorso eravamo in dieci, e i miei vicini di casa (che si erano offerti di comprare l'animale) mi avevano portato un tacchino di sei chili e rotti, che era stato parzialmente mangiato a cena e quindi, per non sprecarlo, commutato nel pasto giornaliero mio e di mio marito per almeno una settimana. La "dieta del tacchino" era stata un po' noiosa da seguire, specie gli ultimi giorni, in cui l'abbiamo mangiato anche a colazione, per l'ansia che potesse deteriorarsi prima di terminarlo.
Quest'anno, essendo solo in sei, avevo intenzione di comprare un animale decisamente più piccolo, magari una tacchinella o comunque qualcosa di dimensioni ridotte. Il progetto si è rivelato vano quando due dei nostri ospiti hanno dichiarato che il tacchino l'avrebbero preso loro, e nonostante avessi sottolineato che siamo solo in sei ne hanno acquistato uno da sei chili, che al momento riposa nel loro freezer. 
Sei chili, un chilo di carne a testa. Più il ripieno, perchè ovviamente la bestia è abbondantemente farcita, più tutti gli altri piatti tradizionali che accompagnano questa festa. Visto che non possiedo un congelatore credo che mi procurerò una serie di vaschettine, e alla fine della serata farò dono ai miei ospiti di un pezzo di tacchino a testa.

Quest'anno volevo anche occuparmi dell'atmosfera, delle decorazioni, cosa che l'anno scorso tra un problema e l'altro non ero riuscita a fare. 
Qualche tempo fa sono andata in città, in un enorme negozio specializzato in decorazioni per le feste, e mi sono avventurata tra gli scaffali, cercando qualcosa che andasse bene per il Thanksgiving. C'erano un'infinità di cose per tutte le occasioni possibili e immaginabili, dalla festa di fidanzamento alla laurea, dal Natale al St. Patrick's day, ma per il Ringraziamento non c'era assolutamente nulla. 
Ho setacciato internet alla ricerca di decorazioni handmade, ma le composizioni che mi piacciono di più hanno come componenti principali le foglie autunnali, cosa che da queste parti è impossibile trovare. 
Mi sono orientata quindi su decorazioni in stoffa, che abbinerò alla tovaglia bianca di fiandra, e a piccoli sacchettini segnaposto, pieni di biscotti al cioccolato bianco e mirtilli rossi.

Insomma, le idee ci sono, e ho ancora qualche giorno per realizzarle. 
Se poi qualcuno volesse unirsi alla festa e aiutarci a mangiare il tacchino ovviamente è il benvenuto :)


Immagine creata da ramy

lunedì 18 novembre 2013

Non solo il giorno e il mese, anche l'anno è importante

La follia delle case editrici.
Nell'Ottobre 2006 ho comprato un libro di chimica organica per prepararmi in vista di un esame. Al libro era accluso un CD, contenente le molecole rappresentate in tre dimensioni.
Appena arrivata a casa ho inserito il CD nel computer e ho seguito le lunghe istruzioni che mi avrebbero dovuto portare a visualizzare le molecole. Uno dei primi step era la registrazione al sito della casa editrice, cosa che ho fatto non troppo volentieri, pensando che nei mesi a venire sarei stata inondata di consigli per gli acquisti relativi ai libri per i futuri esami del mio corso di laurea.
La registrazione era una cosa antipatica, di quelle dove automaticamente inserisci il solito username e la solita password e invece no, il tuo username è già in uso da qualcun altro e la password non va bene perchè è composta di sole lettere. Allora provi e riprovi, accorci lo username, lo allunghi, inserisci l'anno di nascita, il giorno, il mese, il nome di tua nonna, ma niente, non funziona. 
A questo punto una persona sana di mente avrebbe lasciato perdere, in fin dei conti le molecole in 3D si trovano anche con una breve ricerca su internet. Io però mi esalto sempre quando un libro ha un CD incluso, e fedele al principio che "l'ho pagato, ho diritto a vederlo" sono andata avanti per la mia strada.

Così ho inserito la prima parola che mi è venuta in mente, senza pensare a scrivermela da qualche parte, il metodo standard per scordarla dopo 10 minuti. E infatti. 
Pochi giorni dopo, il 10 Novembre 2006, dopo mezz'ora di inutili tentativi ho inviato una mail al supporto, chiedendo che mi comunicassero quale accidenti di nome utente avessi scelto.

Non ho mai ricevuto una risposta a quel messaggio. Le molecole in tre dimensioni, peraltro non fondamentali per la comprensione della materia, le ho trovate altrove, e poco tempo dopo ho felicemente superato l'esame. 
Il tempo è passato, ho acquistato nuovi libri per nuovi esami, e ho pian piano scordato la storia del libro di chimica e del nome utente. Sono passati anni. La mia vita è cambiata e sono approdata qui, nella casa in mezzo al deserto, completamente dimentica di quell'episodio.

Ieri mattina ho trovato nella casella di posta una strana e-mail, proveniente da una casa editrice.

Gentile utente, in risposta alla sua mail le comunichiamo le credenziali di autenticazione da lei inserite al momento della registrazione sul nostro sito.
Nome utente: pandorobuh
Password: bluf06

Cordiali saluti

Ora, a parte interrogarmi sulla follia di aver scelto come nome utente "pandorobuh", vorrei dire, sono passati sette anni. SETTE ANNI.

Mi immagino il tizio addetto ai rapporti col pubblico:
Vediamo, a quale altra e-mail devo ancora rispondere? Ah, c'è questa qui.. dev'essere vecchia, quando l'hanno inviata? il 10 Novembre? beh, è solo una settimana fa, non ha aspettato tanto!

sabato 16 novembre 2013

Che programmi hai per oggi?

Da quando vivo nella casa nel deserto, le mie giornate hanno assunto strane geometrie spazio-temporali. Le ore di casalinga solitudine sembrano allungarsi a dismisura, perdendosi in minuti dilatati che si snodano pigri tra un piatto da lavare e una camicia da stirare. 
Il fatto è che i lavori domestici non sono eterni. Per fortuna. E' necessario cucinare e lavare i piatti tutti i giorni, questo sì, ma l'attività porta via una quantità limitata di tempo. 
Una volta che la cucina è in ordine, la casa pulita e i panni stirati, sopraggiunge l'ansia. E ora cosa faccio?
In un altro posto si potrebbe uscire di casa, andare al cinema, in piscina, in biblioteca. Si potrebbe lavorare magari, o studiare. Ma qui no. 
All'inizio ero ottimista. Figuriamoci, c'è sicuramente qualcosa che posso fare. Basta volerlo. Magari non qui nel paesino sperduto, ma in fin dei conti con due ore e mezza di autobus sono in città, e lì ci sarà senz'altro qualcosa per me. 
Ho iniziato a vedere, ad informarmi. Posso lavorare? No, perchè il mio visto non me lo permette. Dovrei richiedere un nuovo visto, sponsorizzato dal datore di lavoro, cosa non facilissima da ottenere. E poi ci sono altri problemi, ma è un discorso lungo e inutile.
Posso andare in piscina? ho fatto una ricerca e non sono riuscita a trovarne nemmeno una, intesa come quelle che ci sono in Italia, stabilimenti sportivi dove uno fa l'abbonamento e dietro il pagamento di una cifra modesta può andare a nuotare in determinate ore. Qui le piscine sono negli hotel, e per accedervi occorre soggiornare lì o fare parte di club esclusivi e costosi.
Posso fare volontariato? ho setacciato internet alla ricerca di un modo per fare volontariato in città. A parte la scarsità di informazioni reperibili in inglese, mi pare di capire che qui il volontariato sia inteso soprattutto come donazioni in denaro per sostenere le varie cause.
E va bene. Posso almeno andare in biblioteca? certo. Ma la biblioteca richiede un'iscrizione annuale a pagamento, ha pochi libri e quasi tutti in arabo.
Le passeggiate all'aperto sono impraticabili per buona parte dell'anno, a causa della temperatura, del vento e della sabbia, e qui nel paesino sperduto sono impraticabili e basta, per mancanza di posti dove passeggiare.
In aggiunta a tutto questo, l'amica A. da cui ero solita andare più volte alla settimana non abita più qui, a causa del trasferimento di suo marito in una cittadina a circa 130 km di distanza.

Così, alla fine, mi siedo davanti al computer.
Esaurita la voglia di partecipare ai giochini idioti su Facebook, comincio a girare in rete. Wikipedia è uno dei siti dove capito più spesso e dove precipito in deliri che mi portano a leggere ossessivamente tutte le informazioni su un certo argomento e a cercarne sempre di nuove. 
Ho iniziato con l'Antartide e le isole sub-antartiche, con la loro flora e fauna. Poi sono passata al vulcanesimo e a tutti i fenomeni correlati. Poi ai terremoti. Poi alla storia della Mongolia. Poi ai principi attivi delle piante officinali. Poi alla storia europea tra il XIV e il XVII secolo. Poi a mille altre cose sparse tra gli argomenti più disparati.
Anche Google Earth ha un potere magnetico, ed esercita su di me un fascino indescrivibile. Mi capita spesso di passare ore ad esplorare virtualmente una zona remota, come il Nunavut o l'oblast' di Magadan, risalendo il corso dei fiumi e guardando avidamente tutte le foto.
C'è stato poi un periodo in cui ho letto o riletto un'infinità di libri grazie a Liber Liber e al Progetto Gutenberg.
A volte invece di leggere ho voglia di vedere qualcosa e allora mi lancio su Youtube o sul sito della Rai, dove è possibile rivedere una buona quantità di trasmissioni e documentari.

Casualmente su internet si fanno poi delle scoperte interessanti. Ad esempio ho scoperto che molte prestigiose università americane mettono del materiale e dei corsi online gratuitamente (es. MIT ) e chiunque può scaricarseli e studiare. Scontato dirlo, i risultati ottenuti solitamente non vengono nè testati nè riconosciuti, ma intanto è un modo per imparare qualcosa di nuovo, e senza spendere un centesimo.
Infine pochi giorni fa sono approdata a Zooniverse e a tutti i suoi progetti di citizen science, la ricerca scientifica condotta da scienziati dilettanti e volontari. Si va dalla catalogazione delle macchie sulla superficie di Marte alla trascrizione di vecchi archivi museali, dalla classificazione dei cicloni tropicali all'identificazione di possibili pianeti tramite lo studio delle curve di luce delle stelle usando i dati del telescopio Kepler. La procedura da seguire viene spiegata nel dettaglio, e ogni elemento prodotto viene poi controllato e ri-analizzato dagli altri partecipanti, riducendo così gli inevitabili errori.

Insomma, un panorama ricco e interessante, che mi permette di impiegare il mio tempo in qualcosa di utile e di imparare un sacco di cose nuove.

Alla fine, comunque, a parte rare eccezioni, le mie giornate sono fatte di lavori domestici e computer. La cosa deve apparire incredibile ad un sacco di gente (i miei familiari, alcune colleghe di mio marito..) che pur sapendo e conoscendo bene com'è questo posto, si sentono in dovere di farmi la solita fatidica domanda.

- Che programmi hai per oggi?
- Ehm, dunque.. ho una montagna di roba da stirare, e devo sghiacciare il frigo. Poi passerò un po' di tempo ad esaminare curve di luce su Planet Hunters e a trascrivere l'etichetta di vecchi erbari americani. Poi preparerò il pranzo, e nel pomeriggio volevo fare un po' di Analisi Matematica, ho trovato un corso che la spiega tanto bene..
- Insomma, passi tutto il giorno in casa?
- Beh.. sì. Ma alla fine della settimana vado in città a fare la spesa.
- Ah.. e senti, domani cosa fai?
- ....
- domani esci?
- (ma ti ho appena spiegato che non uscirò prima del weekend...) no, domani sto a casa...

Dev'essere un concetto difficile da assimilare, nonostante tutte queste persone siano state qui e sappiano esattamente com'è.
Comunque le ore alla fine passano. I panni stirati vengono messi nei cassetti, la cena viene sistemata sul tavolo apparecchiato e finalmente la porta di casa si apre, e mio marito rientra.
Questo è il momento più bello della giornata.