martedì 6 novembre 2012

Torte e armi biologiche

Ieri era il compleanno di mio marito. 
L'affannosa ricerca della torta perfetta per festeggiare è stata interrotta pochi giorni fa, quando ho ricevuto dal diretto interessato la richiesta di preparare la Key lime pie, una torta di lime originaria delle isole Keys, un arcipelago al largo di Miami.
Detto fatto, ho accantonato tutte le idee di dolci lievitati, crostate e bavaresi e mi sono messa a cercare la ricetta giusta. 
Quando l'ho letta ho avuto un attimo di delusione. Fare un dolce è qualcosa che nel mio immaginario è associato a delicati impasti, soffici creme, a glasse e fiori di zucchero realizzati per l'occasione.
La Key lime pie non ha niente di tutto questo, ma combina una base di biscotti sbriciolati con un ripieno a base di tuorli, latte condensato e succo di lime.
Pazienza, mi sono detta, a lui piace, ed è l'unica cosa che conta.
La richiesta è poi salita dal fare una torta al farne tre, tutte uguali, una per lui, una da mangiare con i vicini di casa e una per i colleghi di lavoro. 
Domenica pomeriggio, con un certo scetticismo ho dato inizio alla preparazione. Scetticismo perchè, nonostante tutti i miei buoni propositi, devo ammettere di avere dei pregiudizi sulle torte con la base di biscotti sbriciolati. Mi sembrano ricette create da qualcuno che non aveva voglia di impastare, e non mi coinvolgono. L'abbinamento del latte col succo di lime poi non mi sembrava particolarmente azzeccato.
Le torte sono state comunque realizzate, sfornate e messe in frigo, ed in seguito molto apprezzate dal coniuge, che le ha divorate.

L'ultima torta l'abbiamo mangiata ieri sera, insieme ai vicini di casa. Il mio stomaco, come gli ho proposto il primo boccone, ha incrociato le braccia e ha detto no, scordatelo di farmi arrivare un'altra cucchiaiata di questa roba, e per farmi desistere mi ha fatto venire una bella nausea.
Il pezzo di torta nel mio piatto è stato occultato dal tovagliolo, con nonchalance. Gli altri apparentemente non hanno avuto problemi e hanno terminato la loro porzione.

Mentre chiaccheravamo è uscito fuori l'argomento Thanksgiving e i vicini hanno detto che si occuperanno loro di comprare il tacchino in un negozio in città, che a quanto pare vende pregiate qualità del grosso volatile. Poi si sono girati verso di noi.
- Ah, ma voi ce l'avete un congelatore? perchè il tacchino lo vendono congelato.

Ehm. Un piccolo spazio congelatore tecnicamente nel nostro frigo ci sarebbe, ma oltre ad essere inaccessibile a causa dello strato di ghiaccio che blocca lo sportello (come dicevo QUI) è troppo piccolo per poterci infilare un tacchino per dodici persone.
Loro ci spiegano che possono andarlo a ritirare non più tardi della domenica precedente, perchè poi hanno degli impegni (e purtroppo lo stesso discorso vale per noi).

Silenzio meditativo, e poi l'ideona:
- Ma perchè non lo mettiamo dentro alla custodia del computer? Per quattro giorni sicuramente non ci sono problemi.

Come dire, è un'idea GENIALE! tutti sanno che all'occorrenza le custodie del computer possono essere convertite in piccoli freezer!
Seriamente: non ho idea della temperatura a cui viene conservato un tacchino congelato, ma sono abbastanza sicura che dopo un giorno a 24°C sarà completamente scongelato. Dopo quattro giorni non è più un tacchino, ma un'arma biologica e il mio senso morale mi vieta di cucinare e dare in pasto a persone innocenti una cosa del genere.

Cercando di reprimere la nausea ho guardato mio marito in cerca di sostegno, ma lui sembrava pienamente convinto dalla validità dell'idea proposta dai vicini.

Questa notte, mentre il mio stomaco ritornava gradualmente in salute, ho ricordato all'improvviso che la mia amica A. ( di cui parlavo in questo post) ha  in casa sua qualcosa che assomiglia ad un piccolo congelatore. Uno di questi giorni andrò a trovarla, dopo aver rispolverato le mie nozioni sul Mayflower, i Padri pellegrini e l'origine del Thanksgiving, in modo da poter spiegare per quale motivo voglio conservare un tacchino nel suo freezer.


4 commenti:

  1. Su, fatti coraggio, e vai dalla tua amica A.
    Penso che sia l'unica che possa salvarti.

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    1. Sì, credo anch'io.. speriamo che ci sia spazio nel suo congelatore.

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  2. Sono stata alle Keys, quattro anni fa, ma non ho assaggiato questa torta. Devo confessare che i dolci americani non mi piacciono molto perchè li trovo un po' stucchevoli. In compenso mangiai una torta salata con il granchio che era eccezionale :-). Sul problema "tacchino"...opterei anch'io per l'amica, piuttosto che stipare il volatile nella custodia del PC. Un grosso bacio cara Phaedra e buona settimana

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    1. Personalmente trovo questa torta davvero immangiabile, o forse sono io che non sono capace a farla.
      Un abbraccio

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