mercoledì 2 luglio 2014

Di luoghi mitici e ricette deliziose

Ho sempre amato la mitologia greca, da quando ho memoria. Una delle mie storie preferite è sempre stata il mito di Giasone e gli Argonauti e il loro rocambolesco viaggio verso la Colchide, alla conquista del vello d'oro. 
Come per tutti i miti, anche questo si presta a molteplici livelli di lettura. Quando ero bambina ne amavo soprattutto l'aspetto avventuroso, gli imprevisti, l'incontro con le Arpie, la minaccia delle Simplegadi, poi crescendo sono diventata più sensibile al lato umano della vicenda, la superficialità di Giasone e soprattutto, grazie ad Euripide, il dolore straziante di Medea e la sua atroce ed inumana vendetta. 
Penso che sia una storia bellissima, che, spogliata dall'aspetto mitico, è attuale in ogni epoca, in quanto propone sentimenti che sono propri di ogni essere umano e per questo comprensibili da chiunque.

Al di là dell'aspetto letterario, il mito contiene qualcosa di reale: la Colchide esisteva davvero, e la storia di Giasone è la prova di rapporti tra questa e la Grecia già nel V-IV secolo avanti Cristo.
Oggi l'antica regione è parte della Georgia, lo stato caucasico che si affaccia sul Mar Nero.

Tutto questo sproloquio era solo il preambolo per raccontarvi che, durante la nostra luna di miele, mentre visitavamo la bellissima città vecchia di Tallinn, in Estonia, mio marito ed io ci siamo imbattuti in un ristorante georgiano. 
Io non sapevo assolutamente nulla della cucina di questo paese, anzi, non sapevo nulla in assoluto sulla Georgia, eccetto quanto scritto sopra. Il nome della capitale, Tbilisi, mi ricordava vagamente vecchie notizie del telegiornale su disordini da quelle parti nei primi anni '90, ma ero troppo piccola per capire esattamente di cosa si trattasse.
Mio marito invece conosceva bene la cucina georgiana, e visto che era l'ora di pranzo mi ha proposto di entrare e mangiare lì e io ho accettato subito, affascinata dall'idea di provare "i piatti che mangiava Medea".
Ne sono rimasta conquistata, e la cucina georgiana è balzata in testa alla lista dei ristoranti etnici che preferisco.

Poco tempo fa abbiamo trovato un bellissimo sito che spiega nel dettaglio e con abbondanza di foto come realizzare i piatti georgiani.
Così, in quattro e quattr'otto, la scorsa settimana abbiamo invitato una coppia di amici e abbiamo organizzato una cena georgiana.
I piatti che ho cucinato sono stati:
- i khinkali, deliziosi fagottini di carne, una via di mezzo tra i ravioli e i dim sum cinesi (ricetta QUI)
- il kachapuri, una focaccia davvero squisita e particolare, con formaggio e uova (ricetta QUI)
- le polpette dell'Ossezia, decisamente caloriche ma molto buone (ricetta QUI)
- i gozinaki, delle losanghe di noci caramellate col miele (ricetta QUI)
- una sana insalata verde, per smorzare l'eccesso proteico :-)

La cena è stata un successo strepitoso, i nostri ospiti hanno spazzolato via quasi tutto quello che avevo cucinato (sono avanzati quattro khinkali e una polpetta), continuando a mangiare anche dopo che avevo portato via i piatti e servito il dolce. 
Le ricette sono davvero buone e i piatti vengono identici alle foto del sito. Ho solo qualche appunto da fare:

- per quanto riguarda i khinkali, il diametro del bicchiere usato per ritagliare i cerchi di pasta, nella ricetta è di 2,5 pollici ( circa 6,5 cm). A mio parere, per ottenere la misura "standard" occorre un diametro maggiore, sugli 8-10 cm. Io ho fatto metà dose, e avrei dovuto ottenere 15 khinkali. Con questo diametro ne ho ottenuti invece più di trenta.

- i minuti indicati per la cottura del miele dei gozinaki per me sono stati troppo pochi, al termine le losanghe di noci fuori dal frigo non stavano insieme ( il piatto è stato comunque molto apprezzato).

Concludo con una foto dei miei khinkali, l'unica che sono riuscita a fare.


PS: il sito che vi ho linkato non mi paga per pubblicizzare le sue ricette, ovviamente :-D

5 commenti:

  1. Ho tanto da dire, cara, su questa splendida carrellata di piatti e sul tuo bel post. La mitologia greca, una mia passione ancora oggi vivissima (ma quante cose abbiamo in comune :-)))). Come te avrei con gioia accolto l'invito del marito a provare i piatti di una cucina così poco conosciuta. I ravioli sono spettacolari, sembrano proprio quelli del sito!! Una domanda: l'interno si cuoce perfettamente? Ho visto che c'è la carne cruda dentro. La mia preferita è però il kachapuri, davvero una focaccia invitantissima! Non stento a credere che gli ospiti abbiano spazzolato l'inverosimile!! Chissà tuo marito come sarà stato felice di mangiare di nuovo georgiano...a casa sua :-)!!! Un bacione e sappi che sei tanto brava!! <3

    RispondiElimina
  2. I kachapuri li faccio sempre quando sono in Italia, sono una delizia :D

    RispondiElimina
  3. Mi piace sempre tanto leggerti, dovresti scrivere un libro!
    un abbraccio
    Sara

    RispondiElimina
  4. Come ti capisco! Sono stata in Georgia lo scorso autunno e ancora ho l'acquolina in bocca pensando a tutto quel ben di dio che abbiamo mangiato. Fortunatamente qua a Budapest c'è un ristorante georgiano molto buono e non troppo costoso, però l'idea di prepare khachapuri a casa mi intriga. Grazie mille per i suggerimenti!

    RispondiElimina