domenica 7 febbraio 2021

Andare a vivere in una casa per criceti

 


Il Coronavirus ha portato inaspettate conseguenze, qui in Western Australia. Dopo una iniziale corsa per accaparrarsi l'ultimo rotolo di carta igienica, le frontiere internazionali sono state chiuse, l'assalto ai supermercati si e' per fortuna placato, il numero di contagi e' fortuitamente sceso, e l'Australiano medio e' stato preso dalla smania di abbandonare la sua residenza urbana per trovare rifugio in luoghi piu' bucolici e agresti. Il settore immobiliare ha subito un'impennata, immobili che giacevano invenduti da decenni hanno finalmente trovato nuovi acquirenti e gli sperduti villaggi australiani hanno ricevuto nuova linfa vitale. 

Il Freaky Village non e' stato esente da questo fenomeno e abbiamo assistito alla vendita di terreni e proprieta' che giacevano invenduti da tempo immemore. Nel contempo, una leggera ansia ha iniziato ad insinuarsi nelle nostre menti. Sono anni che sfogliamo pigramente le pagine degli annunci immobiliari, cercando una casa da comprare. Cosi', senza troppa intenzione di farlo in tempi brevi, ma sempre con un occhio sulla situazione locale degli alloggi.

- Ma sai che sono riusciti a vendere anche quel terreno poco  distante da qui? quello attraversato dal ruscello che esonda ogni volta che piove? quello dove non e' possibile costruire? e anche quella catapecchia orrenda sull'angolo della via principale, quella con i buchi nel muro rattoppati con gli stracci, hai presente?

Il fatto che la gente avesse comprato proprieta' che avevamo sempre ritenuto invendibili, ci ha portati a rivalutare la mollezza con cui avevamo sempre considerato l'opzione di acquistare. 

Per farla breve, in quattro e quattr'otto abbiamo individuato una casa in vendita ad un prezzo ancora potabile, siamo andati a visitarla, abbiamo fatto un'offerta, aperto un mutuo e ci siamo ritrovati proprietari di un immobile. Ullalla'. 


Mi ero gia' dilungata su quanto il concetto di "casa" qui sia diverso dall'idea che solitamente se ne ha in Italia, parlo in termini strettamente strutturali. In Italia non ti verrebbe mai in mente di chiedere all'agente immobiliare se l'edificio ha le fondamenta, o se possiede un isolamento termico adeguato, o di cosa sono fatti i muri. Le case vengono indiscutibilmente costruite in mattoni e sono fatte per durare. 

Qui l'idea e' diversa, specie fuori dalle citta'. La casa che compri oggi verra' venduta un domani non troppo lontano, per comprarne un'altra migliore. Puoi trovare alloggi senza fondamenta, con pareti di legno e alluminio, costruiti in un mesetto. I mattoni sono merce rara. 

- Descrivici la casa nuova! - mi hanno detto i miei genitori, subito dopo il trasloco.

La casa nuova e' bellissima, ho detto loro. Tutta bianca. Ha una veranda anteriore e una posteriore. Un giardino anteriore cintato da una siepe di rosmarino, con un vialetto e alberi di pero, e un immenso giardino posteriore, con querce, alberi da frutto, tantissime rose, un orto, addirittura una piccola serra..

- Di cosa sono fatti i muri della casa? - mi ha interrotto mio padre, conoscendo le carenze architettoniche australiane. 

- Ecco, non sono proprio sicura - ho esordito io, cercando di guadagnare tempo - esternamente si nota una materia metallica la cui superficie appare ondulata...

Caspiterina, un muro in pregevole lamiera!

Si tratta di lamiera, papa'. Lamiera, va bene? qui la usano anche per le case, non solo per i pollai. E non abbiamo le fondamenta, di questo sono certa. La casa poggia su pali metallici che qui chiamero' pomposamente "di acciaio" perche' fa molto cool. Magari poi sono davvero di acciaio, chi lo sa?


Per dignita' vi risparmio la descrizione dell'isolamento termico dell'abitazione. Comunque sia, al di la' di questo e altri difettucci, per noi il problema principale al momento e' che la casa ha una stanza in meno degli alloggi in cui abbiamo abitato in precedenza. In pratica e' grande quanto una casetta per criceti, e noi abbiamo TONNELLATE di roba, specialmente quintali di libri e scatoloni su scatoloni pieni di vecchio materiale scolastico appartenente al coniuge. 

Ovviamente di una buona parte di queste cose ci siamo accorti DOPO l'acquisto. Del resto, in quei sette minuti netti in cui visiti la casa con l'agente immobiliare non riesci a farti un'idea molto precisa e la disponibilita' di case nell'area e' quello che e' e c'e' di peggio, molto di peggio. 

La casa e' stata costruita nel 2013 per un'anziana signora di nome Margaret, che vi ha vissuto fino alla fine dei suoi giorni. Ora, uno si aspetterebbe che, una volta passato un periodo di tempo ragionevole dal triste evento, la famiglia inizi a mettere a posto. Questo lo teniamo, questo lo buttiamo, qui puliamo cosi' poi possiamo vendere la casa. 

Non ci e' ben chiaro cosa sia successo, ma questo processo non si e' verificato, e l'abitazione e' stata venduta "con tutto quello che contiene" come recita il contratto. Non solo i mobili che appartenevano a Margaret, ma tutti i suoi libri, le sue pentole, i suoi quadri. Tutti i soprammobili, le tovaglie, i canovacci, le giacche, le borse, la valigia con cui Margaret aveva fatto un viaggio in Inghilterra, la manciata di sterline che aveva conservato a ricordo di quell'esperienza, addirittura le bottiglie di olio e aceto ancora sul ripiano accanto ai fornelli, come se l'anziana signora fosse uscita di casa cinque minuti fa per comprare qualcosa e dovesse essere di ritorno tra pochi minuti. 

Tutta la vita di una persona negli oggetti che possedeva. I suoi interessi, i suoi hobbies. Una cassapanca piena di lana grezza tinta in casa con colori ricavati dalle piante del giardino. Un piccolo telaio da tessitura. La medaglietta appartenuta a Watt, un cagnolino deceduto probabilmente anni fa. 

Nei giorni del trasloco, mentre esaminavo questi oggetti decidendo cosa tenere e cosa buttare, avevo la stranissima sensazione di rovistare in una casa che non mi apparteneva, come se fossi stata una ladra. Avvertivo la presenza impalpabile di Margaret accanto a me. Mi interrogavo su quanto fosse giusto gettare via cose che per questa donna avevano avuto un significato affettivo particolare. Posso disfarmi della lana? buttare via la medaglietta di un cagnolino che non ho mai conosciuto ma che lei ha certamente amato?

Sono una ragazza sensibile, lo so.
E mi faccio problemi idioti.

E' passato qualche mese, dal trasloco. Ho donato quasi tutti i suoi libri, buttato una parte degli oggetti, altri li ho spostati in attesa di decidere di cosa farne. 

E poi c'e' il giardino, l'enorme giardino posteriore. Margaret adorava il suo giardino, ci passava ore. Quando siamo arrivati noi, piu' che un giardino abbiamo trovato una jungla, con tutte le piante ipercresciute, i rampicanti che si insinuavano ovunque, l'erba alta. 

Lentamente, lo sto rimettendo a posto, ho piantato un piccolo orto, sto facendo progetti di potatura per l'inverno. Piano piano ci stiamo sistemando, inventando nuovi spazi dove mettere le nostre cose. Ogni giorno sento che la casa diventa sempre piu' nostra, la presenza ingombrante della precedente proprietaria si va piano piano affievolendo. Abbiamo sistemato i libri negli scaffali e il pavimento non e' (ancora) crollato sotto al peso, hurra'!

E con questo, per oggi e' tutto. Un saluto dalla nostra casetta per criceti, alla prossima. 

Fluffy e Chai adorano il nuovo divano.

3 commenti:

  1. Bentornata! Mi sei mancata tantissimo! Mi sono mancati i tuoi post che mi fanno viaggiare..scrivi benissimo.

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  2. ma complimenti per l'acquisto! bravissimi... ogni volta che leggo un tuo post mi sembra di vivere un po d'Australia insieme a te! che dire? immagino la qualita' costruttiva, ma gia solo per il giardino potrei uccidere - si fa per dire! comunque sei una perona sensibile e la vecchina e' stata fortunata che il suo giardino e le sue cose siano nelle tue mani....

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  3. Ciao! Spero che tu stia bene.. ogni tanto vengo a vedere se hai scritto un nuovo post, ci spero :)

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