lunedì 25 agosto 2014

Baku, la città che non mi aspettavo

Trovo sempre difficile, raccontare una città.
Non so mai da dove partire, se sia meglio descrivere prima gli edifici, le strade, gli spazi verdi, e solo dopo collocare in questo scenario appena tratteggiato le persone che ci vivono, l'atmosfera, le emozioni, oppure fare il contrario, raccontare prima la società e aggiungere poi a pennellate delicate lo sfondo, le decorazioni dei palazzi, gli zampilli delle fontane.

Comincerò col dire che siamo finiti a Baku, capitale dell'Azerbaijan, per puro caso, guardando le destinazioni raggiunte da una compagnia aerea di cui avevamo un buono da utilizzare entro l'estate.
Mentre sorvolavamo l'Iran, ho letto sulla Lonely Planet che l'Azerbaijan era stata una repubblica sovietica e avevo inconsciamente accostato Baku alle città dei paesi Baltici, la cui periferia è spesso dominata da schiere di palazzoni squadrati in cemento, squallidi e un po' cadenti, retaggio dell'era sovietica.

Siamo atterrati un giovedì, nel primo pomeriggio, e già nel tragitto dall'aeroporto all'hotel mi sono resa conto che la città era completamente diversa da come l'avevo immaginata.
Era bella, ricca e ben tenuta, con grandi viali alberati fiancheggiati da piacevoli edifici, piena di parchi e fontane, con un bellissimo lungomare affacciato sul Mar Caspio.


Il centro storico, patrimonio UNESCO, è superbo. Abbiamo cominciato la visita esplorando la bellissima Qiz Qalasi o Maiden Tower, una possente torre del XII secolo, otto piani racchiusi da mura spesse fino a cinque metri.


Abbiamo continuato con la visita del bellissimo Sirvansahlar Sarayi, il palazzo degli Shirvanshah, uno straordinario complesso costruito nel XV secolo dall'omonima dinastia, quando la capitale del regno venne spostata dalla città di Shemakha a Baku, in seguito ad un terremoto.




Tra le altre cose che meritano una visita c'è il museo dei tappeti, manifattura tradizionale azera, che contiene alcuni pezzi davvero incantevoli.
Per chi desiderasse acquistarne uno in uno dei tanti negozi del centro, è bene sapere che occorre procurarsi preventivamente un certificato che garantisca che il tappeto ha meno di 30 anni, altrimenti è impossibile portarlo fuori dal paese. Noi purtroppo abbiamo scoperto dell'esistenza di questo certificato quando ormai era troppo tardi per ottenerlo, e ci siamo dovuti accontentare di ammirare i tappeti esposti senza comprare nulla.


Infine occorre ricordare il suggestivo Ateshgah, il Tempio del Fuoco, un antico edificio di culto zoroastriano che sorge subito fuori dalla capitale.


Un altro fattore che ha indubbiamente allietato la nostra permanenza è stato il cibo, tanto che la cucina azera è balzata al primo posto nelle lista delle mie cucine etniche preferite insieme a quella georgiana. Visto che la Georgia confina con l'Azerbaijan, forse dovrei dire in generale che la cucina caucasica è la mia preferita.

Oltre a tutto questo va detto che i prezzi sono molto bassi. Per fare qualche esempio, una corsa in metropolitana costa l'equivalente di 20 centesimi di euro, mentre per una cena di 4 portate a testa (avevamo saltato il pranzo...), quindi otto abbondantissimi piatti, abbiamo speso meno di 40 euro.

Anche Baku, comunque, ha i suoi lati negativi. Il primo che abbiamo dovuto affrontare è stato la difficoltà ad ottenere il visto turistico. Per entrare nel paese è necessario infatti compilare una serie di moduli scaricabili dal sito di una qualunque ambasciata azera, quindi contattare un'agenzia turistica accreditata (l'elenco è sempre sul sito dell'ambasciata) per ottenere un invito, quindi spedire tutto il malloppo di moduli compilati, fotocopia dei documenti, fototessera, prenotazione dell'hotel e invito in Azerbaijan, e incrociare le dita.
Se va tutto bene dopo qualche tempo arriverà il foglio col visto, che all'arrivo nel paese verrà scrupolosamente esaminato, insieme al vostro passaporto ( il mio lo hanno controllato pagina per pagina...).

La seconda nota dolente è l'inquinamento del suolo, dovuto all'estrazione del petrolio e alla sua lavorazione, o meglio, alla poca cura per l'ambiente nell'eseguire il processo. Il governo ha avviato un programma di risanamento, ma c'è ancora molto da fare.

In ogni caso, questa città merita di essere visitata.
Per me è un mistero come Baku non sia strapiena di turisti. Il mio consiglio è, se vi capita, di andarci, perchè ne vale davvero la pena, e di andarci al più presto, prima che il resto del mondo si accorga di quanto è bella. 

1 commento:

  1. grazie per questo reportage, non sapevo nemmeno l'esistenza di questa città! forse non è piena di turisti, perchè, come hai detto tu, è molto difficile entrare e la gente si spazientisce, vuole tutto e subito, figuriamoci se aspetterebbe settimane per un visto, in Azerbaijan poi, magari per cuba si!
    gloria

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