sabato 1 giugno 2013

Arabo approssimativo, ovvero come rapportarsi con i bambini

"Hameme" è una delle prime parole di Arabo che ho imparato. A dire il vero non sono proprio sicurissima che sia hameme, potrebbe essere anche hamemi. In ogni caso, in qualunque modo io la pronunci i bambini corrono alla finestra, perchè hameme vuol dire colombo, piccione, e quando sei abituato a vedere un panorama composto esclusivamente di sabbia anche un volatile di passaggio poggiato sul cornicione diventa interessante.
Un'altra parola utile è "halas", pronunciata con una forte aspirazione iniziale. Halas vuol dire "basta", e, con intonazione diversa, è utile sia per chiedere ai figli della mia amica A. se hanno finito di bere il succo di frutta, sia per lanciare un urlo ai Bambini Terribili del palazzo quando iniziano a fare qualcosa di molesto, come lanciare oggetti contro la porta del mio appartamento.

Le parole si possono imparare, ma la verità è che io non so l'Arabo, e vivendo nella penisola arabica questo è un grosso problema, se si ha necessità di comunicare con dei bambini.

Ogni volta che vado a trovare A., passo buona parte della mattinata a giocare con la Principessa, la terzogenita duenne. All'inizio è stato davvero difficile. Lei mi metteva in mano i librini, quelli per bambini piccoli con le pagine di cartone spesse spesse, e pretendeva che glieli leggessi. 
Purtroppo io i libri in Arabo so a malapena da che parte si aprono, figuriamoci il resto. Un paio di volte ho provato ad inventarmi la storia e a raccontargliela in Inglese o in Italiano, ma come mi sentiva parlare le sue sopracciglia si inarcavano in un'espressione di preoccupazione. Perchè l'amica della mamma non parla la mia lingua?
Poi, col passare del tempo ha capito che c'erano problemi linguistici. Non so in che grado questo le sia chiaro, ma non mi ha più proposto di leggere i librini. 
Un giorno stavo parlando con A., e la Principessa voleva giocare. E' entrata in cucina, dove eravamo noi, e ha iniziato a dirmi: "Tali, tali!!".
Vedendo che le sue parole non avevano effetto mi ha preso la mano e mi ha trascinata in salotto. Come mi ha detto poi A., "tali" vuol dire "vieni".

Io e lei abbiamo poi inventato i nostri giochi, che non necessitano di spiegazione: quando la Principessa afferra il rotolo di scotch da pacchi vado subito a sedermi ad una delle estremità del corridoio, perchè so che di lì a poco lei si siederà dal lato opposto e giocheremo a tirarci lo scotch facendolo rotolare sul pavimento.

Un giorno, passando vicino alla finestra ho visto che un uccellino si era poggiato sul cornicione.
- Tali habibti, hameme! - ho detto alla Principessa.
Lei è corsa a vedere, ha fatto un gran sorriso all'uccellino e poi mi ha abbracciato, dandomi la certezza che anche senza conoscerne la lingua è possibile entrare nell'universo magico e incantato dei bambini.

6 commenti:

  1. Si è proprio così i bambini hanno un mondo magico in cui se riescono a trascinarti ti rendi conto che spesso le parole sono superflue e che lì in quel mondo è tutto speciale e puro. Buon we

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    1. E' proprio vero. Che capacità meravigliosa!
      Un abbraccio

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  2. Ciao mia cara!!! :-) è vero i bambini sono meravigliosi!! con loro la comunicazione è immediata fatta ad istinto :-) vorrei proprio vederla questa principessa!!! ti abbraccio tanto
    Sara

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  3. Secondo me la principessa sei tu :-). I bambini hanno una sensibilità che poi da adulti, a volte, si perde. Lei ha visto come sei, anche senza che le parlassi, e ha capito che poteva creare un rapporto di complicità che andasse oltre le parole. Che bello l'arabo. Una lingua affascinante ma credo tremendamente difficile da imparare. Un bacio, dolce amica

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    1. Non merito questo complimento, Ros! però ti ringrazio dal profondo del cuore.
      Ed è vero, l'arabo è bellissimo.
      Un abbraccio

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