lunedì 11 febbraio 2013

Gentile Connazionale

Qualche giorno fa ho ricevuto una mail dal consolato italiano. Diceva così:

Gentile Connazionale,
a breve verrà contattato telefonicamente da una ditta di corrieri per concordare le modalità di consegna del plico elettorale per le elezioni politiche 2013. Una volta ricevuto il plico potrà decidere se esercitare immediatamente il suo diritto di voto e riconsegnare il plico al corriere o concordare con la ditta una data di restituzione nell'arco di qualche giorno.

Seguivano nomi e numeri di telefono dei vari corrieri della ditta, da contattare in caso di esigenze particolari.
I corrieri erano tutti pakistani, e questo sapevo già che sarebbe stato un problema, perchè, purtroppo, nella mia imperfetta conoscenza della lingua inglese l'accento pakistano mi suona del tutto incomprensibile, nonostante cerchi disperatamente di capire cosa dicono i miei interlocutori.

Mercoledì mattina il mio cellulare ha cominciato a squillare.
- Pronto?
- Jsdhsjhdue ajshcdjsh...
- Cosa?
- Kasdjka sajkdfhjs askdj.
- Mi scusi, non capisco.. forse ha sbagliato numero..
- Jkdfhjsbfcjhsdjkfch... Italia..
- Italia? Ah! lei è il corriere, vero? quello che mi deve portare le schede elettorali? mi perdoni se non l'ho riconosciuta...
- Hsjdhkhdjshkjd... abitare?
- Ehm. Io abito nel paesino sperduto. Lei conosce il paesino sperduto, a 180 km dalla città? ora le spiego..
- Kdjaskjl kjdkj.
- Come? allora, esce dall'autostrada quando vede la moschea con i 4 minareti, poi supera un'altra moschea, alla terza prende la rotonda..
- Lksdjklj... dove abita?
- Io abito nel paesino sperduto, come le dicevo..
- Nel paesino sperduto??? akjfhsdfjsdhkfds... non vengo lì. Knejdhjkdfhjk.. lontano.
- Capisco.. io domattina sono in città, se vuole possiamo vederci lì..

La mattina seguente dovevo andare a reclamare il nuovo tesserino della mia assicurazione sanitaria, latitante  da quasi un mese e mezzo.

- Va bene, allora, io sarò nel centro commerciale intorno alle 9..
- Hnasnjcdsahj alksjdkjs.
- Cosa? intorno alle 9 per lei va bene?
- KJhdsjhdhjsnds askdjksj.
- Non ho capito.. domattina semmai la chiamo. Arrivederci.

Il mattino dopo alle 9 ero nel centro commerciale in città, seduta al tavolino di un caffè in compagnia di mio marito. Nessuna traccia del corriere.

- Cosa dici, lo chiamo? - ho chiesto esitante al coniuge.
- Ma sì, dai, chiamalo - ha risposto lui, addentando il bacon.
- Però io non capisco una parola di quello che dice.. non è che ci potresti parlare tu che sei madrelingua inglese e magari lo capisci più di me?

Gli ho passato il cellulare, e lui ha composto il numero.

Pronto? buongiorno, sono il marito della signora italiana che deve votare, può venire al primo piano, al caffè xyz? Come? Al centro commerciale.. può venire al primo piano? Non la capisco.. Sì, al centro commerciale, può salire al primo piano? Cosa? al centro commerciale, al primo pi... va bene, mia moglie l'aspetta all'ingresso.

Ho preso la scala mobile e sono scesa al piano sottostante. Pochi istanti dopo un ragazzo poco più che ventenne mi ha dato una busta sigillata, scusandosi di non essere venuto di persona nel paesino sperduto.
Ho votato nell'ingresso del centro commerciale, in mezzo ad una quarantina di persone che entravano ed uscivano e sotto lo sguardo vigile del corriere, che ignaro del concetto di privacy mi ha offerto una penna ( perchè se voti all'estero il segno dev'essere tracciato rigorosamente a penna, blu o nera) ed è rimasto ad osservare mentre scoprivo le amenità della Circoscrizione Estera ed espletavo il mio diritto di cittadina italiana. Ha ripiegato le mie schede, le ha infilate dentro le buste giuste ed è sparito.

Non sono particolarmente turbata del fatto che un ragazzo pakistano abbia scoperto le mie preferenze elettorali, soprattutto perchè dubito che le sigle e i nomi dei politici italiani  per lui abbiano un qualche significato.
Quello che mi ha lasciato perplessa è stato scoprire che non ho più il potere di voto che avevo prima. Quando vivevo in Italia ero iscritta nelle liste elettorali della mia regione e votavo per i candidati che un domani avrei voluto che si sedessero in parlamento a Roma.
Ora appartengo alla Circoscrizione Estero, la circoscrizione fantasma, e a parte scoprire che appartengo alla folcloristica ripartizione "Asia, Africa, Oceania e Antartide" che nonostante comprenda tre popolosi continenti ospita pochi Italiani, e ha quindi diritto ad eleggere solo un deputato e un senatore ( a confronto ad esempio con la ripartizione America Meridionale, dove si vota per quattro deputati e un senatore) il mio dubbio, ancora insolubile dopo lunghe ricerche su internet, è: i candidati che ho votato vivono all'estero. In caso di vittoria si trasferiranno a Roma per contribuire alle decisioni del loro partito? O resteranno nel paese dove attualmente hanno la residenza, riservando alle vicende italiane solo qualche e-mail, una manciata di pensieri e poco altro?

In preda a domande senza risposta mi sono poi diretta nella sede dell'ente per cui lavora il coniuge, per avere notizie del tesserino della mia assicurazione sanitaria. Sono entrata dalla porta sbagliata, ho attraversato un auditorium pieno di seggiole e bottiglie di acqua minerale, ho parlato con un signore addetto ai pagamenti, con una gentile signora velata, con uno che probabilmente passava di lì per caso e con un addetto alle pulizie e mi sono infine seduta davanti ad un'impiegata, stringendo nella mano il foglietto col numero.

- Ehm, buongiorno. Io vorrei sapere che fine ha fatto il tesserino della mia assicurazione sanitaria, quello vecchio è scaduto a Dicembre, quello nuovo sarebbe dovuto arrivare ai primi di Gennaio ma non l'ho visto..
- Ah. Aspetti, vediamo. Dove abita?
- Nel paesino sperduto.
- Oddio, laggiù? ehm... aspetti che vediamo.. mmm.. ecco, è andato perso.
- Meraviglioso. Come faccio per averne uno nuovo?
- Dovrebbe andare negli uffici del paesino a metà strada..
- Mio marito è già stato negli uffici del paesino a metà strada e gli hanno detto di chiedere qui da voi.
- Ehm.. va bene, torni tra cinque giorni.

Ieri miracolosamente, alle 11 qualcuno ha suonato il campanello del mio appartamento. Fuori dalla porta c'era una ragazza americana sconosciuta, che mi ha sorriso e mi ha allungato il tesserino sanitario.
- Ciao, questo penso che sia tuo, sai, l'hanno ritrovato.
- Ehm, grazie... grazie mille - ho detto io, senza parole.

Poi si è volatilizzata, lasciandomi piena di domande sulla sua identità e su come facesse a sapere l'indirizzo.
Ma le domande spesso hanno poco senso, da queste parti. Ho votato e ho di nuovo l'assicurazione sanitaria, ed è abbastanza.

6 commenti:

  1. Tutto e'surreale a questo mondo...a volte...

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    1. Già.. è una sensazione che mi capita di provare spesso, specialmente qui

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  2. Dolcissima, ogni volta che leggo i tuoi post sono colta da un turbamento :-). Penso che spesso ne riderete tu e tuo marito ma certamente non deve essere facile. Credo che tutto questo ti abbia resa più leggera e meno ansiosa rispetto alle cose, o no? Voglio vederci un aspetto positivo ;-).. Ti mando un bacio, carissima Phaedra

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    1. In effetti sì, ne ridiamo!! credo sia l'unico modo di affrontare queste cose.
      Un bacione anche te, Ros!!

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  3. La mia idea di politica e uomo politico è così poco convenzionale (almeno in questo paese) che anche se risiedo qui, il mio voto avrà meno peso del tuo :-/
    povera Italia...e non è solo una frase fatta.
    ti abbraccio strettissima
    Sara

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  4. Ma effettivamente quali sono i vantaggi dell'essere iscritti all'AIRE, a parte il poter votare?

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