domenica 9 marzo 2014

L'italiana a bordo

Non posso negare che le sciagure aeree mi facciano sempre una certa impressione. 
Certo, lo so che ci sono eventi molto più micidiali, come le guerre, le epidemie, le carestie e via dicendo, ma l'impatto psicologico non è altrettanto forte. 
Voglio dire, tutte queste calamità mi danno l'impressione di poter essere in qualche modo evitate: ad esempio, non andrei mai in un paese in guerra, se dovessi andare in un posto dove c'è una malattia endemica mi farei vaccinare, e così via. Anche gli incidenti di macchina, che spesso vengono portati come termine di paragone sulla sicurezza dei viaggi in aereo, non mi colpiscono così tanto come un aereo che precipita.
Penso che sia una questione di possibilità. Ad un incidente stradale, anche brutto, si può sopravvivere, parola di una che l'ha sperimentato. Ma quando un aereo cade le possibilità di sopravvivenza si riducono drammaticamente. 
Ecco, quello che mi impressiona tanto è la parola intrappolata. Sono quei minuti, quei secondi in cui l'aereo sta cadendo e non è possibile uscire, non si può scendere, non si può scappare. 
Quei momenti mi terrorizzano. Quando leggo di una sciagura aerea quegli istanti sono la prima cosa a cui penso. Chissà quelle persone sull'aereo, chissà se si sono accorte. Duecentotrentanove persone, duecentotrentanove sconosciuti, duecentotrentanove uomini, donne e bambini che si sono trovati casualmente a dividere lo stesso piccolo spazio, e ora verranno sempre ricordati insieme, come gruppo, accomunati dal tragico destino.
Duecentotrentanove esseri umani, ognuno con la propria vita, i propri problemi, le proprie storie, le proprie piccole gioie e i propri dispiaceri. 
Ognuno con una famiglia, degli amici, dei legami, persone che ora si trovano a dover fare i conti col fatto che quella persona che amavano all'improvviso non c'è più. E non importa tanto la motivazione, che sia stato attentato, avaria tecnica o errore umano. E' devastante in ogni caso.

L'angoscia è raddoppiata dal fatto che tra poco tempo anche io e mio marito saremo su un aereo, anzi, saremo su più aerei, con destinazione Australia. No, non è ancora il trasloco, purtroppo. E' solo un viaggio, ma un viaggio importante.
Come dicevo QUI, volare ultimamente mi mette un po' in agitazione. Lo so, lo so: non me lo posso proprio permettere. Abitando in Asia e con la prospettiva di un trasferimento in Australia i voli aerei me li devo far piacere per forza. 
Certo, sarebbe bellissimo se uno potesse scegliere di cosa avere paura. Sarebbe bellissimo ad esempio poter dire:
-  Ho il terrore dei draghi volanti e degli orchetti, per non parlare di quei due liocorni della canzoncina... per fortuna non esistono
Quando avevo quattro anni i miei genitori mi facevano spesso ascoltare la marcia trionfale dell'Aida di Verdi. La musica mi piaceva molto, ma nella mia immaginazione questa Aida era una specie di mostro e si nascondeva dietro alla poltrona. Avevo sempre il terrore di vederla sbucare fuori. 
Certo, ero una bambina. Poi crescendo ho imparato che non c'era nessun mostro dietro alla poltrona, e la paura si è dissolta. 

La paura del volo però non riesco a dissolverla così facilmente, e così molte altre persone. Anzi, si potrebbe dire che è possibile dividere il mondo tra le persone che hanno paura di volare (con varie gradazioni di ansia) e quelle che invece prendono l'aereo senza problemi.
Mio marito ad esempio appartiene alla seconda categoria. Prende l'aereo con la stessa placida tranquillità con cui io salgo sull'autobus. 
Scenetta di ieri sera:
- Tesoro, lo sai che il modello dell'aereo precipitato è simile a quello di uno dei voli che ci porteranno in Australia?
- Cioè.. ma ti sembra il caso di dirmi una cosa del genere?
- Pensavo lo volessi sapere..
- No, non lo volevo affatto sapere. Non dirmi un'altra parola sull'argomento se non hai intenzione di portarmi sull'aereo in braccio, di peso.
- Ma dai, stai tranquilla!! Se leggessi che una Renault ha fatto un incidente, cosa fai? non sali più sul quel tipo di macchina? allora, visto che tutti i modelli di automobili prima o poi vengono coinvolti in qualche incidente, non dovresti più salire in macchina...

Tranquilla. Devo stare tranquilla. Niente ansia. Migliaia di aerei volano ogni giorno. Sono sicurissimi. Sicurissimi. Sicurissimi. 
Volare è bellissimo. Un'esperienza meravigliosa. L'Australia è splendida. Le leggi della fluidodinamica dicono..
No, non funziona. Continuo ad immaginarmi la pagina di giornale, magari scritta da qualche giornalista annoiato e impreciso.

"...l'aereo precipitato sembra sia di un modello simile a quello caduto qualche tempo fa al largo del Vietnam. A bordo c'era anche un'italiana di 33 anni, che stava andando col marito in Australia...".

Mi raccomando, se leggete una cosa del genere scrivete immediatamente all'autore dell'articolo. Io ho solo 32 anni, appena compiuti. Non cominciamo ad aggiungerne. Se invece me ne attribuissero meno lasciate pure correre.

Comunque sia, devo stare calma. Rilassarmi. Ora cerco su internet un corso di training autogeno o di meditazione trascendentale. 
E magari anche un buon paracadute, può essere sempre utile, non si sa mai...