giovedì 23 gennaio 2014

Un appartamento tra le nuvole

L'appartamento tra le nuvole è la mia nuova casa. Si trova in città, in un grattacielo.
Siamo arrivati qui piano piano, un pezzo alla volta, oggi una coperta domani forse le pentole, adattandoci ai ritmi lenti di questo paese.
Abbiamo dormito per dieci giorni su un materassino gonfiabile, poi finalmente il signore col camion ci ha dato la sua disponibilità per portarci i mobili qui, così una settimana fa siamo tornati nella casa nel deserto dove tutte le nostre cose ci aspettavano pazientemente, dentro sacchi e scatole poggiati sul pavimento.
- Sarò lì alle otto del mattino - ci aveva detto il signore del camion.
Così noi ci siamo alzati diligentemente alle cinque del mattino, ci siamo preparati e siamo arrivati nel paesino sperduto alle 7.45.
Quella che è stata la nostra casa per due anni era irriconoscibile, piena di polvere e sabbia, umida e fredda. Ci siamo seduti sui divani, quei divani che sono stati la mia postazione preferita per due anni e che ora abbiamo dovuto vendere alla signora che verrà ad abitare lì dopo di noi, perchè purtroppo la porta dell'appartamento tra le nuvole non è sufficientemente larga per farli entrare.
Abbiamo dato uno sguardo sconsolato in giro e abbiamo aspettato. Le otto. Le otto e un quarto. Le otto e mezza. Le otto e quarantacinque. Finalmente, quando mancavano pochi minuti alle nove, il signore col camion è arrivato, insieme ad un amico.
- Allora, bisogna portare via i tappeti, i tavoli, le sedie, il letto e tutti questi sacchetti qui per terra. ma non i divani e le poltrone. D'accordo?
Come no. Il signore del camion e il suo amico sono Pakistani, e parlano solo Urdu. Niente Inglese, niente Arabo, niente.
Forse l'uomo della manutenzione che abita a piano terra può tradurre per noi? Lo andiamo a cercare, lui sorride e scuote la testa. Lui viene dallo Sri Lanka, non dal Pakistan. Parla il Bengalese, non l'Urdu.
Magnifico. Ci affidiamo ai gesti, e con ampi movimenti del capo e delle braccia riusciamo a farci capire.
Le nostre cose vengono pian piano trasportate sull'ascensore e poi a pianterreno, dove vengono accumulate nell'attesa di trasferirle sul camion.


Ecco, parliamo del camion. Pensando ad un camion per un trasloco io avevo ingenuamente immaginato che fosse una cosa simile a quelli che ci sono in Italia: una specie di scatola di metallo chiusa su tutti i lati.

In realtà il "camion" era una cosa tipo questo nella foto: senza tetto, aperto, e con i lati costituiti da sbarre di ferro.

Gli uomini iniziano a caricare tutto sul camion. Abbiamo finito?
No, c'è ancora il materasso. I due tornano nell'appartamento e portano giù il materasso, poggiandolo poi sopra a tutto il resto, tipo tetto, per proteggere i mobili sottostanti.

Sospiriamo. Non piove, e siamo fortunati. Ora speriamo che in questi 180 km che ci separano dalla città a nessun uccellino venga in mente di liberarsi l'intestino proprio mentre il camion passa lì sotto. Speriamo che non cada niente. Speriamo che non si rompa nulla. Speriamo.

I due uomini non conoscono la città. Ci sono stati ma non conoscono le strade e non hanno idea di come fare ad arrivare al nuovo appartamento.
L'idea è di precederli in macchina mentre loro ci seguono col camion. Sembra facile, vero? Ecco, ci abbiamo messo 45 minuti per riuscire a spiegare il concetto a gesti.
- Ecco guardi: questa mano è la mia macchina, quest'altra mano è il suo camion: voi ci SEGUITE, vedete? ci seguite.
Non funzionava, loro poverini continuavano a scuotere la testa, perplessi.
Alla fine, non so come, quando eravamo ormai sul punto di andare a comprare un dizionario di Urdu, finalmente siamo riusciti a fargli afferrare il concetto.

Siamo partiti, dopo circa tre ore siamo arrivati in città e tutte le nostre cose sono state portate dentro l'appartamento.
Uno degli assi centrali della struttura del nostro letto si è spaccato, e mancano almeno due "piedini" dei comodini, ma pazienza. La lavatrice, la mia ansia più grande, è arrivata senza danni. O quasi. Ora durante il lavaggio fa degli strani rumorini. Incrociamo le dita, se si rompe me la devo riparare da sola.

E così abbiamo terminato il trasloco. Il letto è ancora smontato, e i pezzi giacciono appoggiati alle pareti della camera, e così rimarranno finchè non troveremo qualcuno che ce li metta insieme. Ma in fin dei conti dormire sul materasso (arrivato incolume e subito disinfettato) poggiato per terra non è poi così tremendo.

E così siamo qui. Questo appartamento ha comunque degli enormi vantaggi rispetto alla casa nel deserto. Tanto per cominciare, qui non ci sono nè muffa nè soffitti gocciolanti. L'acqua del rubinetto è potabile, le finestre si possono aprire e non ci sono spifferi da cui entra la sabbia. Inoltre non ci sono scarafaggi ( e spero che continui così) e l'aria condizionata funziona davvero e non solo a tratti.
Ultimo grande vantaggio, qui la carta igienica usata si può buttare nel gabinetto senza intasare il sistema fognario (nell'altra casa dovevamo buttarla nella spazzatura).
Questi che ho appena elencato sono le caratteristiche che apprezzo maggiormente, ma ce ne sono molte altre. Una di queste è il panorama, che spazia sulle isolette qui intorno, e la luce, che qui nell'appartamento tra le nuvole non manca mai.

Due giorni fa ero seduta accanto alla finestra del salotto, alle 6.30 del mattino ( i nostri orari sono sempre antelucani), al termine delle pulizie mattutine, e stavo guardando le ultime notizie dei giornali online.
Piano piano la notte ha iniziato a dissolversi, ed infine il sole è spuntato laggiù a Oriente, colorando di rosso l'acqua intorno alle mangrovie.


8 commenti:

  1. Ma che meraviglia! Vorrei vedere delle altre foto... :) poi come collocazione come ti trovi? Puoi fare qualche attivitá in giro per la cittá?

    Annika

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    1. Mi piacerebbe molto.. ora indagherò per scoprire se posso fare qualcosa

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  2. L'appartamento ha un panorama stupendo ma aspetto anche io di scoprire le meravigliose attività che adesso potrai svolgere in città! Il paesino sperduto offriva veramente poco... Baci!!

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    1. Il paesino sperduto non offriva davvero nulla. Vedremo come andrà qui. Baci anche a te, Ros!

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  3. sono contenta per te che ti sei trasferita in città, così la tua vita migliorerà, piano piano...
    gloria

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    1. Lo spero. Andrebbe bene qualunque cosa, un piccolo lavoro, del volontariato.. ora vedo un po' cosa trovo. Grazie di essere passata!

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  4. Che meraviglia....quasi da fare invidia!!
    Ps. mi piace un sacco l'idea di abitare fra le nuvole :)

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    1. Anche a me piace abitare tra le nuvole.. ma tu vivi sull'arcobaleno, quindi siamo vicine di casa :) Un abbraccio!!!

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