martedì 29 gennaio 2013

Nebbia, corsa sulle dune e i Bambini Terribili

Paesino sperduto, ore 6 del mattino.
Il coniuge sta finendo di vestirsi, io saltello riordinando la casa e sbrigando tutti i lavori della mattina presto.
- Sei sicura che non vuoi un passaggio fino alla stazione degli autobus?
Oggi devo andare in città per spedire alcuni documenti tramite corriere. L'autobus è alle 8.
- No, grazie. Se mi accompagni adesso poi devo stare due ore in sala d'aspetto... tranquillo, vado a piedi.
La stazione degli autobus è a circa tre chilometri da casa, e la strada per arrivarci passa, letteralmente, in mezzo al deserto. Camminare su una striscia di asfalto in mezzo alla sabbia ha un suo fascino e quando la temperatura lo permette non mi dispiace fare questa passeggiata.
Finisco di sbrigare le ultime faccende, indosso il mio abaya ed esco di casa. E' freddino, ma io ho il maglione e camminando svelta mi scaldo. Il sole è ancora basso sull'orizzonte e dona alla sabbia una sfumatura dorata. 
E' tardi. Sto quasi correndo, ma non so se arriverò in tempo, e il prossimo autobus è tra due ore.
Come una tacita risposta alle mie ansie una macchina si ferma per darmi un passaggio. Qui è normale: se una donna sta guidando e vede un'altra donna che cammina per strada le offre un passaggio, anche se non l'ha mai vista. C'è una solidarietà fortissima.
Mi arrampico sul SUV, e due minuti dopo sono alla stazione degli autobus. Faccio il biglietto, mi accomodo e il viaggio comincia.

Dopo una ventina di chilometri cominciamo ad incontrare banchi di nebbia. Perchè sì, nel deserto d'inverno c'è la nebbia, specialmente nell'entroterra, e si estende per centinaia di chilometri. A volte è così fitta che è assolutamente impossibile muoversi. Qualche giorno fa un collega di mio marito è arrivato al lavoro in ritardo, perchè la nebbia era così densa che non riusciva a trovare la propria macchina nel parcheggio.
Man mano che il pullman procede, la nebbia aumenta sempre di più. La visibilità è di venti metri, poi di dieci, poi di cinque. Infine fuori dal vetro non si vede assolutamente nulla. E' come quando, in aereo, si entra dentro una nuvola, e guardando fuori dal finestrino sembra di essere dentro ad un bicchiere di latte.
Il pullman si ferma. E' molto rischioso stare qui: una macchina potrebbe tamponarci senza vederci, ma del resto anche l'autobus potrebbe fare la stessa cosa muovendosi senza vedere nulla.
All'improvviso, a pochi metri di distanza da noi vediamo i lampeggianti della macchina della polizia. Seguendone la luce e procedendo a passo d'uomo il pullman raggiunge il bordo della strada, e si ferma, al sicuro.
Un poliziotto sta saggiamente facendo fermare tutti i camion ancora in circolazione.
Piano piano la situazione migliora, e dopo un quarto d'ora la visibilità è abbastanza buona da poter ripartire.
La nebbia ci accompagna comunque per tutti i 180 km che dividono il paesino dalla città, in alcuni punti più fitta e in altri più rada.
Quando arriviamo in città ci si vede abbastanza bene, ma la cima dei grattacieli è ancora nascosta.
Sbrigo le mie commissioni, riprendo l'autobus e torno nel paesino.

Mentre siamo in macchina mio marito mi aggiorna su un possibile trasferimento a G.
G. è la cittadina dove lui lavora, a 100 km di distanza da dove abitiamo ora. Effettivamente trasferirci lì per lui sarebbe meglio, si risparmierebbe i 200 km quotidiani di viaggio, e forse riusciremmo anche ad alzarci un po' più tardi al mattino. E' un'opportunità che abbiamo varie volte vagliato ma sempre scartato, soprattutto in vista del prossimo trasferimento in Australia, e del fatto che l'idea di "trasloco" che c'è qui è leggermente diversa da quella che c'è in Italia.
Mio marito mi informa comunque che a G. gli appartamenti liberi sono già stati presi.
- Che ne dici di andare a B.?
B. è un villaggio di forse 200 persone in pieno deserto.
- Ehm... beh.. in effetti a B. tu saresti più vicino al tuo luogo di lavoro...
- Ti sento perplessa. Dimmi.
- No, è che, come dire, è un po' sperduto, non c'è niente, ci sono più cammelli che persone..
- Vuoi mettere la pace e la tranquillità? e poi il deserto lì è bellissimo, ci sono le dune... e c'è una strada dove non c'è mai nessuno dove possiamo andare a correre e sui pattini..
Effettivamente un po' di movimento farebbe bene a tutti e due. Nel prossimo futuro c'è quindi una visita agli appartamenti liberi di B.
In ogni caso ho già messo in chiaro che voglio una casa asciutta. Niente muffa, perdite o gocciolamenti. E niente scarafaggi.

Infine arriviamo a casa. I bambini che vivono sul nostro piano sono fuori che giocano. Li abbiamo ribattezzati i Bambini Terribili, perchè hanno la mania di giocare nel corridoio dove si affacciano le porte degli appartamenti. Urlano, si buttano di peso contro le porte, cospargono il corridoio di biscotti sbriciolati e semi di girasole e così via.
S., una ragazza irlandese che abitava a due porte di distanza da noi, era stata presa di mira dal gruppo dei piccoli selvaggi. Le andavano a suonare il campanello mentre dormiva, sbattevano oggetti contro la sua porta a così via. Un giorno lei era andata a parlare con la madre dei piccoli vandali.
La signora l'aveva ascoltata e poi le aveva chiesto, perplessa, quale fosse esattamente il problema.
Non è maleducazione. Qui c'è l'idea che se hai un problema sei tu a doverlo risolvere, senza coinvolgere altre persone.
Ora S. è tornata in Irlanda, dove senza dubbio dorme sonni più tranquilli.
Entriamo nell'ascensore.
- Ma.. il pavimento è bagnato!!
Il pavimento dell'ascensore è pieno di un liquido giallo. L'odore è familiare, è quello che sentiamo tutti quando andiamo in bagno.
- Che schifo! Non ci posso credere, hanno fatto pipì in ascensore!!!

Forse, in attesa dell'Australia, un trasferimento altrove non è poi una cattiva idea.

8 commenti:

  1. Forse, chissà.
    Auguri, qualunque possa essere la scelta.
    Raffaella

    RispondiElimina
  2. ...la nebbia, il deserto, le dune e i bambini pestiferi certo non hai modo di annoiarti mia cara!
    se il trasferimento, non è proprio a brevissimo, meglio andare in una casa più asciutta, ne guadagnate salute!!!
    ora son curiosa che ha di strano li il concetto di "trasloco"???? ti mando un abbraccio sperando che ti arrivi senza restare bloccato in un banco di nebbia!!!
    Sara
    ps: il codice chapta mi fa impazzire devo provare sempre 1000 volte :-/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione, questo codice dovrei davvero toglierlo.
      Per quanto riguarda il trasloco, la mia paura maggiore riguarda il fatto che i pochi mobili che abbiamo sono stati portati qui a pezzi e poi montati dal negoziante.
      Per smontarli magari ce la caviamo, ma dubito fortissimamente di trovare qui qualcuno che mi rimonti tutto una volta arrivati a destinazione..
      ricambio l'abbraccio!!

      Elimina
  3. Accidenti!
    Certo che ci sono parecchi disagi, lì.
    Chissà, forse a B. staresti bene...
    Comunque, sono curiosa di avere notizie dall'Australia, quando ci andrai.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Speriamo!
      Quando ci trasferiremo in Australia scriverò in abbondanza sull'argomento, e ti darò tutte le informazioni che vuoi.
      A presto!

      Elimina
  4. Carissima, i tuoi racconti sono sempre un po' surreali e per una che adora vivere in realtà parallele sono meravigliosi :-). Un appartamento asciutto e più tempo da trascorrere con il marito, sono auspicabili, anche se per un breve periodo. Ma in Australia hai la speranza di vivere in una cittadina o sarete sempre in mezzo al deserto, che, per quanto in un altro continente, sempre deserto è? Baci

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai colto esattamente il punto. Dubito che ci trasferiremo in una città tipo Sydney o Perth. Sono sicura al 90% che almeno per i primi tempi finiremo in un qualche posto sperduto dell'Outback, in pieno deserto.. incrociamo le dita.
      Un abbraccio!!

      Elimina