lunedì 21 gennaio 2013

L'insostenibile morbidezza della domenica mattina

Domenica mattina, ore 5. La sveglia suona con precisione insonne, strappandomi dagli ultimi brandelli di sogno. 
E' domenica, bisogna alzarsi. Dire domenica qui è come dire lunedì: è il primo giorno della settimana lavorativa dopo il weekend di venerdì e sabato. E se abituarsi al venerdì festivo è un attimo, non posso nascondere di sentirmi derubata, vagamente presa in giro, quando ogni domenica la sveglia suona di prima mattina.
Mi alzo, mentre il coniuge resta ancora qualche minuto tra le coperte, cercando di afferrare gli ultimi evanescenti scampoli di sonno.
Il cielo è buio, scuro, in questo giorno d'inverno l'alba è ancora lontana e il deserto dorme ancora. Solo il vento è sveglio e sferza folate di sabbia contro le finestre.
Con passi lenti raggiungo la cucina, apro il frigo e tiro fuori l'occorrente per la colazione.
Quest'ora del mattino ha la consistenza del cotone idrofilo, tutti i rumori sembrano attutiti, ovattati, e la mia mente è piena di pensieri vaghi, soffici, con una morbidezza che ricorda vagamente quella del mio cuscino.
Preparo le uova strapazzate, scaldo la focaccia e lavo la frutta con gesti automatici. La tavola viene apparecchiata rapidamente, mentre le tazze di the e caffè girano sul piatto di vetro del microonde.
Porto in tavola le ultime ciotole. All'improvviso, dall'alto dei minareti immersi nell'oscurità brumosa del deserto si diffonde il canto del muezzin che invita i fedeli a praticare la salat al fajr, la prima preghiera della giornata. La melodia ha qualcosa di irreale, è come se la voce pastosa e imponente che canta parole sconosciute arrivasse da un mondo magico e lontano.
Il coniuge riemerge dal buio della camera da letto, e ci sediamo a fare colazione. Lentamente, i primi tenui barbagli di luce appaiono in cielo e da qualche cortile lontano arriva il verso di un gallo che canta.
Ingoiamo le ultime briciole e ci alziamo. Il caffè bollente non è riuscito a strapparmi di dosso la sensazione di freddo, per cui mi avviluppo in una coperta e mi siedo sul divano per qualche minuto. Poi lui va a prepararsi e io pigramente mi alzo.
Mentre la luce fuori comincia a farsi più consistente e a delineare il profilo delle palme, la mattinata diventa frenetica, e perde tutta la sua indolenza.
Ora bisogna sbrigarsi: la tavola viene sparecchiata e i piatti accumulati nel lavandino. Poi c'è la camicia da ri-stirare velocemente, appena un colpo di ferro per togliere le piegoline date dall'armadio, l'insalata da lavare, asciugare e riporre nel tupperware da dare al coniuge, le scarpe da lucidare in fretta, mentre lui dice che no, che non è necessario, ma che io faccio lo stesso perchè non mi va che lui vada al lavoro con le scarpe piene di sabbia.
Poco dopo lui esce di casa e io resto qui, prigioniera del sonno. Non è ancora pieno giorno, la luce forte del sole è ancora solo una promessa, eppure non riesco a tornare a letto.
Sistemo la casa, lavo i piatti, rifaccio il letto, passo l'aspirapolvere per togliere la sabbia entrata durante la notte. La lunga litania delle faccende domestiche si snocciola lenta e prevedibile finchè tutte le voci non si sono esaurite o io non mi sono stufata.
Quando il sole è ormai alto e la sua luce ha invaso ogni più piccolo interstizio tra le fronde delle palme davanti a casa, è il momento di sedersi davanti al computer per rispondere alle mail, per vedere cos'è successo stanotte nel mondo e per avere un contatto col resto del pianeta.
La calda morbidezza del primo mattino è svanita piano piano insieme al buio. Ha lasciato dietro di sè vento, sabbia, e i quotidiani problemi dell'appartamento.
Un'altra settimana è cominciata.


12 commenti:

  1. Non sapevo che la domenica fosse come il lunedì lì.
    Ma per quanto tempo dovrai ancora rimanere in questo paese?

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  2. Buona settimana! qui neve e freddo....

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    1. Buona settimana anche a te. Qui la temperatura scende a 8° durante la notte, ma durante il giorno è un pochino più alta.

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  3. Uno dei tuoi post più belli, mi è piaciuto moltissimo.

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  4. Che bello questo post, Phaedra! L'ho letto tutto d'un fiato e mi sembrava di osservare la scena. La sveglia alle 5 è dura, anche mio marito si alza a quell'ora. Ti dirò, se non dovessi uscire anche io per andare al lavoro due ore dopo di lui, farei come te, mi alzerei. Qualche volta l'ho fatto ma tornare a letto per un'ora solamente non mi riusciva e dormivo in piedi tutto il giorno (la mia giornata lavorativa è di 12 ore filate, tra l'altro). Oggi, ognuno ha la sua sveglia... I canti dei muezzin sono affascinanti. Un bacione, amica mia

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  5. Bellissimo questo post, dolce e ovattato. Bastava chiudessi gli occhi e vedevo tutto attraverso le tue parole! Complimenti

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  6. molto bella questa descrizione, sembra di essere li con te!!
    saluti
    gloria

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